Intercompel: “Chi può se ne vada, il nervoso sindaco ‘di sinistra’ fa lo scaricabarile”
L’Aquila – DISPERATA NOTA DEI LAVORATORI DELUSI DA DISINTERESSE GENERALE – L’Assemblea delle Lavoratrici e dei Lavoratori INTERCOMPEL e P&A Service scrive: “Ieri sera abbiamo avuto la conferma che, quello che sospettavamo da tempo, è realtà : in questa città non c’è UNA SOLA istituzione politica che si preoccupi di affrontare in maniera seria il problema dell’occupazione. Centinaia di posti di LAVORO persi o a rischio, nel disinteresse generale di coloro che dovrebbero invece tenere legate le persone a questa città , per fare in modo che non si
spopoli. Anche un bambino capisce che una città può ripartire solo dal LAVORO. Il nostro sindaco NO! Siamo ancora sconcertati dalla scena pietosa a cui abbiamo assistito ieri sera nel tendone di Piazza Duomo.
Un gruppo di lavoratori quasi licenziati e disperati, che va a chiedere aiuto al Sindaco della città e si trova di fronte una persona esagitata e arrogante, che prende a parolacce le rappresentanze sindacali, che si pone come unico problema quello di fare uno scaricabarile tra la Provincia, il Prefetto, la Regione. Come se lui non c’entrasse nulla, come se il nostro problema non fosse anche un suo problema, come se si fosse dimenticato di essere il primo cittadino di questa città .
Ebbene, qualcuno glielo ricordi, gli ricordi quali sono le sue facoltà , gli ricordi cosa può fare e cosa non può fare per intervenire in nostro favore, gli ricordi soprattutto che, se è seduto su quella poltrona, è anche grazie al voto di qualcuno di noi. E ricordategli anche che è un Sindaco di sinistra, semmai se ne fosse dimenticato, che ha avuto l’ONORE e il PRIVILEGIO di essere delegato dai cittadini aquilani a risolvere i problemi dell’intera comunità . D’altronde erano di sinistra
anche gli altri consiglieri presenti all’assemblea, che si sono ben guardati dall’intervenire, nonostante fossero ben a conoscenza della vertenza INTERCOMPEL e P&A. Qualcuno ricordi loro che essere di sinistra vuol dire affondare le proprie radici nelle lotte operaie, vuol dire aver combattuto, anche a costo della libertà personale, per il diritto al LAVORO e la dignità di tutti i lavoratori, uomini e donne. Ma erano altri tempi, era un’altra SINISTRA. A questo punto prendiamo atto che dei lavoratori in questa città non importa niente a nessuno, che il
LAVORO NON è una priorità . Dunque ANDIAMOCENE, SI SALVI CHI PUO’!”.
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