Concorsone, un pasticcio ingurgitato?


L’Aquila – L’IMPRESSIONE E’ CHE LA COMUNITA’ ORMAI SIA COME IL ROSPO PRESO A SASSATE – Come la politica è abituata a fare quando si sente con le spalle al muro, e capisce quanto sia rischioso spingersi avanti parlando troppo e quindi dando impegni, tace. Il pasticcio incredibile del concorsone sembra, finora, ingurgitato. Silenzio totale sullo scottante argomento del cosiddetto concorsone per l’assorbimento di un ben ristretto numero di precari, che dovranno peraltro sottoporsi a prove complicate e quasi certamente anche preselezioni. Prima imposte, poi ritirate e poi risfoderate implacabilmente.
GOVERNO SORDO – Per quel che se ne sa (poco) dal Governo non si cava nulla: nè modifiche, nè aggiustamenti. Eppure a tutti appare chiarissimo che i bandi del concorsone sono, a dir poco, sconcertanti. Approssimativi. Scritti da burocrati e da politici romani attenti solo ai conti, non alla concreta realtà di una città e di un territorio che si sentono sempre più in bilico. Anzi, precari che di più non si può…
Il concorsone è gravemente carente sotto diversi aspetti, ma la politica e a questo punto anche il sindacato fingono di non vederli. Aspettano che il tempo passi e che la gente, la delusione dei giovani e di chi capisce di non avere più un futuro a L’Aquila, si spengano nella rinuncia a qualsiasi pretesa di comprensione e supporti sociali. Non hanno realizzato che la città comincia davvero a spopolarsi? 300 studenti di meno nelle scuole sono un allarme assordante. Ma i sordi sono già sordi, e non lo percepiscono… Hanno calcolato che 300 studenti appartengono a 300 famiglie, dunque si tratta di almeno 1000-1200 persone se non di più?
IL PRIMO ASPETTO grave è che i precari ci sono, e ci saranno. Pochi di loro riusciranno a trovare sistemazione partecipando ai bandi emanati. Ciò che si chiedeva, invece, era l’assorbimento dei precari, tanti quanti erano, e alla loro estinzione come categoria sociale, almeno nel territorio terremotato. Visto che i costi di una ricostruzione sempre più incerta, lontana, difficile benchè promessa e strombazzata, sono enormi, non avrebbe cambiato molto i conti eliminare il precariato e ridare a centinaia di famiglie almeno la sicurezza del lavoro. Così non sarà.
IL SECONDO aspetto inaccettabile della vicenda è l’assenza di assunzioni per il sociale. La ricostruzione sarà di soli mattoni, nulla negli enti per sostenere le terrbili ferite psicologiche della gente. Il sociale a Barca e sodali non importa nulla. Ma neppure l’informatica, pensate: non sono previste figure di questo tipo. Chi ha concepito bandi del genere, ignorando ciò che gli enti, a dire il vero, chiedevano?
IL TERZO aspetto sul quale c’è molto da dire, e probabilmente anche ipotesi di illegittimità, è che tra i titoli richiesti, le lauree triennali sono di fato equivalenti alle lauree specialistiche. Aver studiato tre anni, per Barca, vale tanto quanto aver studiato cinque anni. Il governo dovrebbe spiegare a cosa vale aver dato tanto (non solo in cervello, anche in soldi) per diventare dottore, se nei bandi un triennale è considerato uguale a un quinquennale.
Diversi i motivi, come si vede, per chiedere la sospensione del concorso, o per impugnarlo, con una pioggia di ricorsi. Ma non accade nulla. L’Aquila defedata è come un rospo alle sassate. Se le prende tutte, senza reagire o spostarsi.


17 Settembre 2012

Categoria : Cronaca
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