Porto, marineria promette proteste eclatanti
Pescara – I PESCATORI LASCERANNO LA CITTA’ – MA PRIMA PRENDERANNO DI MIRA ISTITUZIONI E SEDI UFFICIALI – (Foto: i vetri sfondati alla Capitaneria di porto e le acque putride e basse del porto) – Non se ne può più del porto chiuso per i fondali insabbiati, e dei vergognosi silenzi che permangono a tutti i livelli, in una vicenda che ormai non è più kafkiana o incredibile, ma semplicemente scandalosa. Ma adesso basta. La marineria e’ pronta a lasciare il porto, i cui fondali sono impraticabili a causa del mancato dragaggio. E’ stata infatti avanzata una richiesta affinche’ le imbarcazioni possano trovare sistemazione a Giulianova e Ortona, anche se questa strada sembra impraticabile. Lo ha detto Mimmo Grosso, dell’associazione Armatori di Pescara, che questa mattina ha incontrato l’assessore regionale Mauro Febbo e il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa. Alla riunione ha partecipato anche il vice comandante della Capitaneria di porto, Antonio Catino. Dopo l’incontro Grosso ha avanzato una richiesta formale a Comune, Provincia, Regione e Camera di commercio per chiedere alle istituzioni locali un sostegno economico, a partire dalla erogazione entro il 6 ottobre dei fondi per il fermo pesca, che e’ stato prolungato fino all’inizio di ottobre.
Tra l’altro la marineria chiede che vengano stanziate delle somme per i dipendenti delle 50 imprese di pesca, che sono in grosse difficolta’ economiche e che ci sia un ristoro per i danni subiti dalle imbarcazioni a causa del mancato dragaggio. La categoria attende che venga dragata quanto meno l’imboccatura del porto, per ricominciare a lavorare, ma a questo proposito non hanno ancora notizie ufficiali, nonostante i ministeri dei Trasporti e dell’Ambiente abbiamo annunciato il bando di gara per la meta’ di agosto. Grosso, che nel pomeriggio ha incontrato gli armatori per relazionare sull’incontro di oggi, ha annunciato che non si escludono proteste clamorose, come quelle dei mesi scorsi (quando e’ stato occupato l’asse attrezzato che collega Pescara con Chieti ed e’ stata sfondata la porta della sede della Capitaneria, in piazza della Marina). Grosso ha invitato la marineria ad incatenarsi davanti alle sedi di Comune, Prefettura e Capitaneria.
Grosso ha detto agli altri armatori che e’ opportuno far partecipare alla protesta “anche le nostre mogli perche’ quando accendono il fornello non sanno cosa metterci sopra. Da tre mesi – ha aggiunto – non percepiamo un euro” e per questo la marineria chiede alle istituzioni di versare subito le somme assicurate per il fermo. “Qui ci sono famiglie che non sanno cosa mangiare – gli ha fatto eco Alfonso Tiberi – e i politici di Pescara si preoccupano delle tessere gratis per entrare allo stadio. Chiediamo solo di andare a lavorare, non vogliamo rubare”. Grosso ha anche annunciato di essere pronto a presentare un esposto in Procura e di voler chiedere i danni considerato che per il dragaggio (bloccato dalla Procura dell’Aquila all’inizio delle operazioni, a dicembre scorso) sono stati spesi tre milioni di euro ma l’intervento non e’ mai partito. Durante la riunione Grosso ha saputo che il presidente della Regione Gianni Chiodi li ricevera’ mercoledi’ alle 15.30 in Regione.
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