Un anniversario complicato
L’Aquila – Scrive Ugo Centi: “Tra pochi giorni, correrà un ventennale complicato. A fine settembre del 1992, infatti, un giudice coraggioso (e prematuramente scomparso), il dottor Fabrizio Tragnone, foto, ebbe il coraggio di indagare sul governo regionale di allora, ordinando anche arresti “eccellenti”. Poi le sentenze, negli anni, smentirono, tranne qualche caso, i reati ritenuti sussistenti fino al secondo grado di giudizio. Ma quell’inchiesta segnò un fatto di “costume politico” che, come tale, non va in prescrizione essendo iscritto nella “storia” di questa regione.
Cosa era successo? Tutto girava intorno a 435 miliardi di lire di allora di finanziamenti europei a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione. Soldi che dovevano finire ad enti pubblici e privati e che, invece, secondo l’accusa, sarebbero stati spartiti in forme clientelari. Tragnone scoprì che la stessa Regione aveva stabilito per legge la necessità di una “graduatoria” per assegnare i fondi, salvo poi contraddirla distribuendo in modo del tutto discrezionale i fondi. Fu persino rinvenuto un appunto in cui le risorse venivano spartite secondo il manuale “Cencelli” tra le segnalazioni dei partiti dell’allora governo regionale. Le stesse dichiarazioni di uomini politici di allora, più che smentire i fatti, mostravano piuttosto “sorpresi” per un’inchiesta per loro insolita.
Quegli arresti furono dunque uno shock per la politica abruzzese dell’epoca. Si parlò persino di ricerca incessante di influenze per evitare quell’epilogo: vane. Tragnone era un magistrato moderatissimo, ma inflessibile. In quell’autunno si trovò praticamente da solo in una Procura dell’Aquila che fino ad allora non si era segnalata certo per procedimenti eclatanti riguardanti il potere. Si portò una branda in ufficio. Certi giorni si nutriva solo con thé e biscotti fatti venire dal bar interno del Tribunale. Lavorava notte e giorno. Pipa all’inglese e flemma britannica. Adesso lo posso dire: ne fui amico. E collaboratore.
L’inchiesta ebbe risonanza nazionale. Scrisse “Il Centro”: In una notte è finita un’epoca. L’epoca era quella della Dc partito-stato-regione; del pentapartito-di-ferro. Oggi possiamo dire che quell’epoca politica si stava solo trasformando in una peggiore. L’anniversario di quell’inchiesta è il ritratto di una regione che ha attraversato un rinnovamento mancato. Ci dice del modo in cui la politica ha guadato il tempo senza segnarlo. Uno spazio ed un tempo che vanno descritti e capiti, altrimenti non si può spiegare perché l’Abruzzo di oggi è quello che è.
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