“Si lascino in pace Confalonieri e Celestino V, non si offenda il popolo aquilano”


L’Aquila – (Foto: sopra il volto di Celestino V e sotto l’apertura della Porta Santa nel 1983) – Emidio Di Carlo – Giornalista Indipendente – Direttore “abruzzo az 60, ha diffuso la seguente lettera aperta:
“Quanto leggo sulla “necessità” del Presidente del Centro Studi Celestiniano, Pandi, su “nuovo volto per Celestino V” è davvero sorprendente. Ci si sarebbe dovuti aspettare, dopo la denuncia del collega Esposito che la teca contenente le spoglie del Santo fosse stata abbandonata alle “intemperie” di “Fratello sole”, una presa di posizione da parte di chi si ritiene “conservatore degli studi e di quelle “spoglie” che si dovrebbero conservare gelosamente poiché richiamo, costantemente, di migliaia di “pellegrini” da ogni angolo del globo; nonostante l’inutile ciarlare dei politicanti ed amministratori pubblici locali. Invece…
Pandi, che della volontà a suo tempo espressa dagli aquilani per l’inserimento (per altro manifesto e non taciuto) del volto del Cardinale Confalonieri si sente in dovere di reclamare il ritorno all’urna per i soli resti di Celestino V. Ora, se si dovessero cancellare tutte le devozioni popoli susseguitesi nel tempo e di cui si ha riscontro nelle sedi e luoghi religiosi, quindi sul “profano innestato sul “sacro” dovremmo “cancellare” buona parte della storia dell’arte: da Cimabue a Leonardo Botticelli, Raffaello, Caravaggio, fino alle opere storico-religiose degli artisti contemporanei. Evidentemente, nel suo Centro Studi aquilano vengono conservati i dati necessari alla ricostruzione dell’immagine originaria del volto di Celestino V che potrebbe essere ricostruita con le moderne tecnologie.
Mi lasci dire, dott. Pandi. Dov’era in quei giorni in cui il Cardinale Confalonieri riuscì ad evitare le bombe dell’armata tedesca e della messa a ferro e fuoco della città dell’Aquila?
Quanto all’autenticità del volto nel dipinto di Giotto ci riveli pure il giorno e le ore in cui il Santo è stato in posa, in San Pietro o nella Chiesa di Collemaggio, o nello studio del Maestro toscano. Nei dodici libri pubblicati dal Circolo Culturale Spazio Arte, quale supplemento al proprio periodico istituzionale, “abruzzo az 60”, su Celestino V e i Celestini, ricercati in Francia ed in Italia, tradotti spesso dal latino antico, l’unico riscontro che abbiamo è lo scopiazzamento o l’interpretazione artificiosa dei dati riportati da un gran numero di “neo-storici”. Quanto alla “canonizzazione di Celestino V” abbiamo pressoché ultimato il lavoro storico-scientifico per il quale siamo alla ricerca di fonti economiche per la pubblicazione. Il “silenzio” nei confronti di SpazioArte, da parte della Giunta e del Consiglio Regionale, della Provincia dell’Aquila, del Comune dell’Aquila (la “Festa della Perdonanza” non ha più bisogno di commento), spiega quanto disinteresse (e, aggiungerei, speculazione) vi sia intorno alla figura del Santo. Questo anche perché il Circolo di cui sono stato tra i fondatori, non fa musica, teatro, spettacoli televisivi, o manifestazioni politico-fieristiche che, più o meno ordinariamente, “gabellano il Santo” mettendo denaro liquido in tasca ai soliti amici”.


16 Settembre 2012

Categoria : Cronaca
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