Una mamma preoccupata e senza risposte
L’Aquila – Pubblichiamo una lettera firmata inviata in redazione da una mamma preoccupata: ”Scrivo queste poche righe da mamma disperata, da lavoratrice e da proprietaria di immobile classificato E in zona rossa che ha solo un piccolo desiderio: tornare all’Aquila con la propria famiglia per cercare di ritrovare un po’ di equilibrio, dopo 5 mesi di esilio. Come tutte le mattine, anche oggi mi sono seduta davanti al mio computer per aggiornarmi sulle ultime novità e per sentirmi virtualmente vicina all’Aquila. Dopo aver letto le notizie del giorno sul portale inabruzzo.com sono entrata nel sito del Comune dell’Aquila, dove, anche oggi, nessuna notizia è rivolta a comunicarci chi avrà il privilegio di avere un tetto per il prossimo inverno. Ho cercato qualche numero di telefono da contattare per avere informazioni sullo stato di avanzamento dell’assegnazione delle C.A.S.E. e fra quelli indicati ad ogni tentativo nessuno risponde la telefono. Ho fatto richiesta per l’assegnazione di una delle case antisismiche e dopo venti giorni dalla consegna dei moduli ancora il silenzio. Siamo arrivati ai primi di settembre e ancora non sappiamo se ci assegneranno la casa o se dobbiamo preoccuparci di trasferirci altrove, di iscrivere i figli a scuola in un’altra città e di dire, quindi, addio alla nostra amata L’Aquila. Il terremoto mi ha portato via miei cari, la mia città e la mia tranquillità interiore.
Non so quanto si riesca a capire quello che è successo soltanto sentendone parlare, credo poco o nulla. Solo noi che lo abbiamo vissuto in prima persona sappiamo quello che ci portiamo dentro, l’angoscia che non ci da tregua.
Credo che le chiacchiere servano a poco, quello che conta sono i fatti, quello che conta e restituirci quantomeno la nostra dignità. Le case si ricostruiranno, ma solo i nostri figli potranno ricordarle, quello che noi chiediamo è poter tornare al più presto nella nostra città e crescere lì i nostri figli, perché lì è il nostro cuore, le nostre radici, il nostro mondo. Sarei disposta ad aspettare anche molti anni in attesa di poter calpestare ancora i sanpietrini del “mio” amato Corso Vittorio Emanuele, dove sono cresciuta, ma con grande rammarico vedo le mie speranze svanire giorno per giorno. E’ come se un nuovo terremoto ci colpisse a causa dell’immobilismo generale.”
Non c'è ancora nessun commento.