NAS, sequestrate tonnellate di olive
Pescara – (Foto: una comune confezione di olive nere piccole in salamoia) – NON E’ STATO RIVELATO NULLA SUI RESPONSABILI DEL GRAVISSIMO EPISODIO – Non è stato detto di quale azienda si tratti, e dove opera, e questo ingenera sospetti e confusioni, e alla lunga nuoce a tutto il settore produttivo, suscitando sospetti su tutti i prodotti in commercio, che sono di solito di buona qualità . E’ comunque un’importante operazione dei carabinieri NAS abruzzese in un’azienda abruzzese (così viene riferito) che lavora olive da trattare in salamoia. Ne sono stati sequestrati migliaia di fusti, pare per 600 tonellate in totale, a causa di carenti condizioni igieniche ma soprattutto della impossibile tracciabilità del materiale. In altre parole, non si sa da dove proviene e questo è contrario alle leggi. Particolarmente carenti le condizioni in cui i responsabili dell’azienda lavoravano: trovati persino escrementi di animali e pericolosi residui di precedenti lavorazioni. Sull’operazione dei NAS non si conoscono, per ora, altri dettagli e viene mantenuto riserbo, forse a causa di esigenze di indagine. L’opinione pubblica intende, invece, sapere di chi si tratta e dove sono stati smerciati e venduti ai consumatori i pericolosi prodotti della lavorazione nell’azienda ora nel mirino degli inquirenti. Insomma, dove sono finite le olive e chi le ha consumate?
(Ndr) – Per certe notizie, e per certi inquirenti, si ha l’impressione che si manifesti in misura forse discutibile prima di tutto l’obiettivo di trovare spazio in tv, nei notiziari nazionali. E’ il caso dell’operazione delle olive in salamoia, sequestrate in enormi quantitativi, il che lascia supporre che fossero destinate a numerosi mercanti e a finire su migliaia di tavole di famiglie. In questi casi correttezza e trasparenza vorrebbero che fossero emessi dei comunicati ufficiali, con tutti i dati e i riferimenti, sufficienti per convincere i consumatori che il caso è circoscritto e localizzato con precisione. Altrimenti si nuoce a tutti i produttori e commercianti onesti, e soprattutto ai consumatori. Così non è. E’ evidente che chi decide di essere fonte di notizie così allarmanti, deve anche comportarsi correttamente nei confronti dei cittadini e di chi li informa, senza impedire o limitare la diffusione di dati necessari per capire con chi si ha a che fare. E guardarsene.
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