Aeroporto, c’è stata un’ “incursione in pista”?
Pescara – (di Stefano Leone) – POLEMICHE E DIATRIBE NON OCCULTANO ALCUNI FATTI DA CHIARIRE – (Foto: le piste dello scalo aereo abruzzese e le aree di parcheggio) – Non sono passati anni luce da quando le schermaglie, sulle percentuali dei passeggeri sull’aeroporto d’Abruzzo di Pescara, sono state rese pubbliche ai lettori. Il Presidente della SAGA, (la società che gestisce i servizi aeroportuali a Pescara), Laureti da una parte, la risposta del capogruppo PDL in Comune Armando Foschi dall’altra, in una intervista pubblicata proprio dal nostro giornale lo scorso 5 settembre. Diciamolo a chiare note: queste diatribe, buone per la propaganda delle parti, assumono davvero il sapore di un cappuccino senza schiuma quando accadono fatti come quelli che stanno avvenendo in questi ultimi tempi sull’aeroporto d’Abruzzo. E’ noto che nel trasporto aereo la sicurezza rappresenta sempre il primo obiettivo, ma a quanto pare, gli ultimi episodi accaduti, nell’aeroporto d’Abruzzo di Pescara, fanno si che venga a galla qualche crepa, nella gestione della “safety – coordination”.
Alle difficoltà economiche in cui versa l’azienda SAGA, (Società Abruzzese Gestione Aeroporto), strettamente connesse sia alle scelte strategiche sia al momento di estrema congiuntura, si aggiungono due seri episodi che si sono verificati negli ultimi giorni e sul primo dei quali l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) è in attesa di un riscontro da parte delle strutture coinvolte, l’ANSV (Agenzia Nazionale Sicurezza Volo) ha confermato di aver classificato l’evento come “runway-incursion”, tutto questo dopo la ricezione della segnalazione dagli uffici competenti di ENAV (Ente Nazionale Assistenza Volo) che, per bocca della responsabile dell’Ufficio Stampa di Roma, Dr.ssa Nicoletta Tomiselli, ha confermato di aver inviato il “safety-report” (rapporto di sicurezza). Tutti gli Enti interessati e, interpellati, hanno mantenuto un cauto controllo nelle dichiarazioni facendo leva soprattutto sul non fomentare o alimentare motivi di allarmismo ma, nessuno ha smentito l’accaduto anzi, proprio l’ANSV, con una nota del proprio Ufficio stampa, nel confermare l’accaduto, ha dichiarato testualmente:
“…confermo che l’ANSV ha ricevuto dall’ENAV SpA la segnalazione dell’evento di interesse. Al riguardo si rappresenta che la detta segnalazione, inserita nella banca dati ANSV, è stata “processata”, ovvero esaminata dal personale tecnico e classificata alla luce della tipologia di runway incursion utilizzata a livello internazionale. In questo caso, non essendovi traffico aereo in atto, la runway incursion, sebbene effettivamente verificatasi, non ha avuto conseguenze per la safety e pertanto l’evento, pur rimanendo nella banca dati per il monitoraggio delle runway incursion occorse nell’anno 2012, non ha comportato l’apertura di alcuna inchiesta di sicurezza per “inconveniente grave” da parte della scrivente Agenzia”.
L’episodio, (il pomeriggio del 31 agosto scorso), riguarda ciò che tecnicamente viene definita, appunto, “incursione in pista”, cioè l’ingresso senza autorizzazione da parte della Torre di Controllo di persone sulla pista di atterraggio e decollo. Questo evento nell’aviazione viene trattato con notevole considerazione date le conseguenze che può causare. A rendere lo scenario ancor più grave, la circostanza che gli autori di questa “incursione” siano proprio dipendenti della SAGA dunque, persone che dovrebbero conoscere come l’Ave Maria le procedure. Sull’evento, che pone una riflessione su come viene gestito il “coordinamento della sicurezza” fra le varie componenti operative all’interno del sedime aeroportuale, ci sono ora verifiche da parte degli organi competenti. Parrebbe che i dipendenti SAGA entrati in pista, lo abbiano fatto per effettuare il sopralluogo per lavori di manutenzione da compiere in seguito. Questo, però, pare sia avvenuto senza coordinarsi con gli uomini della Torre di Controllo che, deputati alla responsabilità del controllo del traffico aereo nell’ATZ (Aerodrome Traffic Zone – Zona di Traffico Aeroportuale), fra le altre competenze gestiscono e istruiscono gli arrivi e le partenze dalle piste. E’ intuibile che, il controllore di torre deve essere a conoscenza di qualunque sia la situazione delle piste ai fini di autorizzare o meno un atterraggio o un decollo. Da riscontri effettuati presso le varie componenti parte in causa, abbiamo constatato un malcelato disagio e un atteggiamento di melina in attesa di certezze sui fatti. E’ il caso di ENAC che, alla nostra richiesta di confermare o meno la ricezione del fax di notifica dell’evento, l’ufficio preposto ha passato la nostra richiesta alla Direzione Generale la quale, dopo ben quasi 5 ore dalla richiesta, ha inviato una nota nella quale appunto come dicevamo asserisce testualmente:
- “… siamo al momento in attesa di un riscontro da parte delle strutture coinvolte”.
Questi i fatti; e la voce della SAGA? Abbiamo interpellato il vertice della società, il Direttore Generale Ing. Righi al quale, posta la domanda:
“Come può accadere un fatto del genere?”
La risposta è stata, dapprima apparecchiata con una dissertazione dialettica sugli eventi similari, (non nell’aeroporto di Pescara ma il discorso era generale), e sulla frequenza molto ravvicinata e non per questo, dunque, hanno una rilevanza eclatante, poi asserendo che la notizia di cui chiedevamo dettagli era una “non notizia”, (probabilmente l’ing. Righi ha competenze anche editoriali per giudicare quale sia la “notizia notizia” e quale la “notizia non notizia”) infine, al reiterare della iniziale domanda, rispondeva testualmente:
- “Non intendo commentare”.
Lasciamo ai lettori il giudizio su una dichiarazione del genere. Il secondo episodio, è stato il problematico rientro della squadra del Pescara calcio, la notte del 1 settembre scorso, dopo la partita a Torino contro la formazione granata, (peraltro persa per 0 a 3). Il volo, con la compagnia rumena CarpatAir, era programmato arrivasse su Pescara alle 23.10 e ripartisse alle 23.55. Dunque, considerando che Torino-Pescara, con quel tipo di velivolo, prevedeva un tempo di volo di circa 1 ora e 25 minuti, il decollo da Caselle avrebbe dovuto esserci alle 21.45; ma a causa di un ritardo non imputabile ne al vettore ne a SAGA, (sembrerebbe che la squadra abbia avuto un ritardo a presentarsi in aeroporto a causa delle lungaggini dei controlli antidoping ai quali vengono sottoposti i calciatori dopo le partite), il decollo assume un notevole ritardo tanto che, l’arrivo a Pescara avviene alle 00.44. Il problema è che sull’aeroporto di Pescara, a partire dalla mezzanotte, insisteva un notam (avviso), di chiusura per lavori di manutenzione sulla pista, dunque l’aeroplano non avrebbe avuto possibilità di toccare l’aeroporto d’Abruzzo. Ci sono volute convulse telefonate per consentire di spostare l’orario di chiusura, sancito dal notam, dando così la possibilità al volo da Torino di decollare con destinazione Pescara. I vertici della SAGA, sempre per bocca del suo Direttore Generale, fanno sapere che del notam vi era conoscenza già da un paio di giorni tanto che, lo stesso, fu emesso il giorno 29 agosto alle 11.15 con n.ro 6064. Quindi, il Comandante del volo doveva sapere dell’emanazione di questo notam. E fin qui il discorso non fa una grinza. Ma una domanda viene spontanea: anche che ci sarebbe stato quel volo di rientro della squadra si sapeva, cosi come si sapeva a che ora sarebbe terminata la partita e, dunque, il conseguente decollo; non sarebbe stato magari il caso di prevedere, (per massimo scrupolo), un qualunque ritardo nel decollo e, quindi, non far partire l’orario di chiusura dalla mezzanotte ma da più tardi? Questi due episodi inducono a riflettere seriamente sulla gestione aziendale dell’aeroporto d’Abruzzo. E allora, più che sciorinare percentuali sull’incremento o il decremento di cento passeggeri in più o in meno, forse è il caso che si ricominci a bocce ferme dall’inizio, partendo dal fatto che l’incremento o il decremento dei passeggeri dipende anche e soprattutto da quanto bene si trovino le compagnie aeree su uno scalo, dai servizi che lo scalo stesso offre, dalla magnificazione della cooperazione fra le varie componenti esercitanti l’attività aeroportuale. Ma per compagnie aeree sarebbe il caso di riprendere a considerare tali quelle vere, quelle con apparati finanziari e operativi seri e fondati sulla certezza del risultato e non fare, come invece la tendenza degli ultimi tempi sta facendo evidenziare, la gara al “ribasso” per accaparrarsi fette di mercato che poi vengono lasciate nella baraonda totale. L’ultimo esempio? Air Vallèe e WindJet docet! Oltre a Direttori Generali di società di gestione servizi aeroportuali che hanno anche competenze editoriali.
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