Papa Celestino V e il Cardinale Carlo Confalonieri muoiono ancora una volta


L’Aquila – ( di Amedeo Esposito) – LAME INFUOCATE DI SOLE LI COLPISCONO -
I resti di Celestino V° contenuti nell’urna oggi poggiata su una spaccata (dal terremoto) colonna della sua basilica, sono a rischio per effetto delle “lame infuocate” di sole che le colpiscono, ormai da mesi, dall’alto della copertura vitrea del tetto.
Con essi, è ormai ridotta a grigiastra sembianza il volto in cera che dal 1944 “riveste” il cranio del Santo, al quale si deve il primo giubileo della storia della Chiesa di Roma.

Volto rilucente della santità del Papa eremita: calco del viso del cardinale Carlo Confalonieri, voluto con giubilo (e con oboli) dalle nobildonne e fedeli aquilane, e non solo loro, per onorare l’Arcivescovo, ammirato da tutte – come sussurravano – essendo un “bell’uomo” che non mancò di divenire principe della Chiesa.

In disfacimento, per gli stessi lampi accecanti del sole, sono anche le vesti papali soprapposte ai resti del Santo.
In particolare, sono ormai compromesse le trine dei paramenti e le “pantofole” papali che ricoprono quelle indossate dal Santo del Morrone.
Tale “sfacelo” è sotto gli occhi di tutti, compresi i responsabili della sovrintendenza ai beni culturali (ne è pienamente consapevole la dottoressa Giovanna Di Matteo), ma al momento nessuno, forse perché altri e più pressanti problemi assillano le autorità preposte, sembra essersi accorto dell’ulteriore “agonia” di Celestino V° e del cardinale Confalonieri.

L’appello per un intervento immediato, teso alla corretta conservazione delle spoglie del Santo del Perdono, va rivolto a tutti, in primis al metropolita monsignor Giuseppe Molinari. Il cui “sigillo pastorale” impose sull’urna, dopo il sacrilego trafugamento, avvenuto nel 1985, dei resti mortali di Pietro del Morrone.
Ignoti profanarono l’antico mausoleo celestiniano, realizzato nel 1517 da Girolamo Pittoni da Vicenza, su commissione della corporazione della lana, rubando, appunto, le sacre spoglie, senza che mai – almeno finora – si siano scoperti i sacrileghi e le ragioni del loro folle gesto.

La salvaguardia di quei Santi resti, ovviamente, va immediatamente affrontata, poiché, come si è detto e scritto ufficialmente, punto di forza, per la scelta dell’Aquila “città della cultura 2019”, è la concessione, fatta da Celestino V°, delle indulgenze plenarie per tutti i fedeli, senza distinzione di censo.
E dunque, sarebbe oltremodo “crudele” far morire ancora una volta il Santo eremita e il suo volto di cera, dato nella modernità dal cardinale Confalonieri.


07 Settembre 2012

Categoria : Cronaca
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