“Il test per Medicina? Fatelo così”


Chieti – Siamo andati di buon mattino tra le centinaia di giovani e genitori che affollano, questa mattina, la università d’Annunzio, dove sono cominciati i test di ammissione alla facoltà di Medicina. Cercavamo interviste, punti di vista, opinioni su questo assurdo carnaio – uguale in tante altre università – formato da coloro che aspirano ad un camice da medico, o ritengono che la profesione medica sia attraente, redditizia, consona alle attitudini o qualche altra cosa. Forse solo un’insegna sociale di prestigio. Abbiamo trovato un giovane che ha delle cose da dire, e gliele facciamo dire, magari evitando chi ha da esprimere le solite banalità di risposte che sembrano tutte uguali e piatte.
Il giovane parla a patto che non sia rivelata la sua identità, e neppure la sua città di provenienza. D’accordo. Diciamo soltanto che ha 24 anni, è abruzzese, è alto e allampanato e porta occhiali. Ecco domande e risposte.
“Cosa pensa di questi test?”
— Che sono inutili e stressanti e non risolvono il problema. Occorre cambiare tutto.
“Perchè sono inutili?”
—Perchè siamo in Italia. Lei pensa che davvero il figlio di un famoso medico, professore, politico o vip danaroso rimanga escluso?
“Difficile pensarllo… Ma come si dovrebbe procedere, visto che è sbagliato ‘produrre’ medici che non troveranno mai lavoro?”
—Si dovrebbe prima di tutto limitare le domande solo a chi ha voti di diploma molto alti. Raccogliere tutte le domande ammissibili e metterle dentro un’urna ruotante. Intendo proprio le domande, e non altre carte e documenti sostitutivi, che si possono alterare o truccare.
“Come nei quiz in televisione?”
—Esatto. Tutte le domande dentro un’urna o dentro diverse urne se sono tante. Poi collocare le urne all’aperto, sotto gli occhi di tutti i cittadini, ed estrarre tante domande, quanti sono i posti disponibili. Leggere forte e chiaro i nomi degli estratti. Un sistema pulito, semplice, in cui è impossibile organizzare sveltine e trucchi. Ognuno saprebbe subito tutto. Niente viaggi stancanti e costosi, niente spese e attese. Per gli estratti, un serio e rigoroso esame culturale e attitudinale.
“Un certo numero di posti sono riservati ad extracomunicati. Condivide?”
—Assolutamente no. Gli extracomunitari li dobbiamo accogliere ma trattare come esattamente tutti gli altri cittadini. Le loro domande debbono stare con tutte le altre e l’estrazione a sorte deciderà per tutti.
“Crede davvero che una cosa simile sia realizzabile?”
—Certo che non ci credo, infatti è un suggerimento, è come dire ad un politico eletto: comportati bene, sii onesto, non arricchire, e quando il tuo mandato finisce, tornatene a casa e lavora come tutti gli altri, o almeno quelli che riescono a lavorare. Lei mi ha fatto delle domande, io ho risposto. E’ la mia opinione e non conta ovviamente nulla, perchè l’Italia è una democrazia a parole, il regno del privilegio e delle complicazioni nella realtà.


04 Settembre 2012

Categoria : Cronaca
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