Concorsoni e zona franca: roba da paura

(Foto: staccare la spina, un pensiero di molti) – Tra un concorsone che invece di risolvere i problemi, prima di tutto il precariato che devasta la collettività aquilana, li aggrava e porta la gente alla disperazione, e la rispuntata zona franca, c’è da aver paura. Le firme e i sorrisi per la ricostruzione, dopo anni da insulti e scontri, sono l’immagine di una stortura surreale, ma da incubo. Tre anni e mezzo per un piano (al momento solo carte), e ora tutto rischia di bloccarsi perchè ci saranno denunce, ricorsi, impugnazioni. La ricostruzione sarà arenata, insabbiata nella paradossale vicenda del concorsone, un pasticcio istituzionale come scrive Fabio Frullo della UIL.
Questa mattina, 4 settembre, riciccia la zona franca, e veniamo a sapere che c’è, con tanto di firme e decreti, carte e riferimenti. Da mesi e mesi, per non turbare i manovratori della politica prima e dopo le elezioni, era calato il sipario sull’argomento. L’avevano archiviata, i politici, che non amano parlare dei loro fallimenti e glissano. Sguisciano. Eludono. Gettano fumo negli occhi.
All’improvviso, la zf torna e sale in cielo come un fuoco pirotecnico. Roba da pazzi. C’era, la zf, solo che dormiva nei tempi relativistici di politica e burocrazia, in quel caso moltiplicata a dimensioni europee.
Il tempo passa, muschio e piante parassite crescono rigogliose tra le rovine aquilane. Persino alberi in mezzo a strade e piazze da film di fantscienza. La gente smunta e triste è sempre più arrendevole, o sceglie di mollare e andarsene. Capiamo perfettamente gli umori pessimistici: di fronte a concorsoni e zone franche redivide, neppure i tenaci possono conservare forza e voglia di passare sopra a qualsiasi nefandezza, per andare avanti. Molti non cederanno, e bisogna che sia così. Ma chi si arrende va capito.