Il concorsone prende “una brutta piega”: fermare tutto e riflettere


L’Aquila – I capigruppo comunali Emanuele Imprudente (L’Aquila Città Aperta), Luigi D’Eramo (Prospettiva 2022) , Vincenzo Vittorini (L’Aquila che vogliamo) , Piero Di Piero (Udc), Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila) vogliono vederci chiaro sul concorsone e chiedono che quanto meno si rimandi e se ne discuta. Lo fanno con un documento:
“La piega che sta prendendo la vicenda del “concorsone”, per immettere 128 unità di personale nei ruoli del Comune dell’Aquila ai fini della ricostruzione, comporta la necessità che si arrivi a una riflessione accurata sulla problematica in questione. Per questa ragione è necessario sospendere ogni procedura selettiva, in attesa di trovare un accordo che tuteli gli interessi sia dell’Amministrazione Comunale, e dunque dei Cittadini del Capoluogo d’Abruzzo, che coltivano la legittima aspettativa di una ricostruzione sollecita e al contempo sicura ed efficace, sia dei precari assegnati all’Ente, che da tre anni operano fattivamente nelle questioni che attengono il post terremoto. E per precari vanno intesi non solo quelli che sono stati assunti a tempo determinato dopo il sisma, ma anche quelli storici, che da anni e anni costituiscono una vera e propria colonna portante per la Municipalità Aquilana. La valorizzazione del personale di ruolo, inoltre, è un altro elemento essenziale per dare concretezza a questo ragionamento.
Nessuno vuole dare la croce addosso al Ministro Barca, che difende la legittimità di un procedimento amministrativo che vede nel concorso nazionale, aperto a tutti e con una quota di riserva per i soggetti che hanno maturato un’esperienza nel settore, l’unica garanzia di trasparenza e di correttezza. Ma è altrettanto palese che lo stesso Ministro dovrebbe rendersi conto di come non sia materialmente possibile pensare a una ricostruzione concreta e soddisfacente dell’Aquila e dei Comuni del cratere sismico, inserendo nell’organico comunale persone che, per quanto brave, dovrebbero essere formate da capo per conoscere bene la realtà territoriale e i procedimenti specifici. D’altro canto, come noto, viviamo in un’area che attraversa una crisi profonda (sempre esistita e che il sisma ha accentuato) sotto il profilo dello sviluppo economico e non possiamo certo permetterci di alimentare la disoccupazione, rinunciando a professionalità conclamate e alla valorizzazione del personale di ruolo del Comune, che ha dato e sta dando all’Ente e alla Città nelle fasi connesse all’assistenza e alla ricostruzione.
Inoltre, è inevitabile che una materia così delicata, quale un mega concorso pubblico per questioni così peculiari come la ricostruzione, debba trovare le azioni attuative attraverso le opportune concertazioni con le Organizzazioni Sindacali.
Proponiamo, pertanto:
1) la sospensione delle procedure riguardanti il bando per i concorsi con cui dovranno essere assunte 300 unità, di cui 128 da assegnare al Comune dell’Aquila, per scopi connessi alla ricostruzione post terremoto;
2) la proroga immediata dei contratti, per almeno sei mesi (e dunque fino a giugno del prossimo anno), con i precari del dopo terremoto e i precari storici del Comune;
3) l’apertura di un tavolo di concertazione tra il Governo, l’Amministrazione comunale (con il coinvolgimento del Consiglio comunale) e i Sindacati, allo scopo di definire una procedura trasparente e legittima, con la quale sia consentito ai precari del Comune – tutti, nessuno escluso – una reale e concreta possibilità di essere immessi definitivamente nei ruoli dell’ente, nell’interesse della Municipalità, che non disperderebbe risorse rivelatesi utilissime per gli adempimenti legati al terremoto, ma anche per quelli ordinariamente connessi alle funzioni dell’Ente;
4) un’adeguata considerazione del personale di ruolo, gran parte del quale si è presentato in servizio fin dalla notte del terremoto e che ha sostenuto già dei concorsi interni, tenendo conto che moltissimi dei dipendenti in questione potrebbero essere ulteriormente motivati attraverso la collocazione in una categoria professionale più consona al lavoro svolto; il tutto nei limiti della dotazione organica dell’Ente, in modo tale che non nascano conflittualità con i posti che dovranno essere assegnati con il cosiddetto concorsone, tenendo conto che, comunque, la Legge Barca incrementa la dotazione organica del personale in misura corrispondente ai posti che dovranno essere assegnati ai futuri assunti”".


03 Settembre 2012

Categoria : Cronaca
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