Il gesuita che amò tanto L’Aquila
L’Aquila – (di Amedeo Esposito) –
IN CITTA’ DIRESSE L’ISTITUTO BIBLICO – “Vado nella mia Chiesa Ambrosiana, così come ha voluto il Santo Padre, fedelissima al Soglio Pontificio, ma mi piace dire che non dimenticherò L’Aquila, dove per alcuni anni ho diretto l’Istituto Biblico dei Gesuiti”.
E’ “l’atto d’amore” verso la città che l’allora appena nominato Arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, pronunciò il 15 dicembre del 1979, seduto nel salone d’onore del Collegio dei Gesuiti di piazza S.Margherita, al microfono del giornalista della Rai, Garaguso, e del redattore (chi scrive) dell’Ansa.
Agli unici due giornalisti ammessi per una breve intervista, il cardinale Carlo Maria Martini lesse un breve brano del saluto inviato, proprio da quel salone, agli uomini e alle donne della comunità Ambrosiana.
Il cardinal Martini tornò all’Aquila, in visita privata, 12 anni dopo.
Aveva lasciato Israele, “la città centro del mondo” abitata per lungo tempo dopo aver concluso il suo mandato ambrosiano, rientrando in Italia per curare la sua malattia che l’altro ieri lo ha portato alla morte.
Si inginocchiò dinanzi all’urna della Beata Antonia da Firenze, nella chiesa delle Clarisse di Santa Chiara Povera di via Sassa.
Anche in quell’occasione Carlo Maria Martini si rivelò come il “gesuita che amò tanto L’Aquila”, dicendolo apertamente ai pochi aquilani presenti.
L’Aquila, dall’altro ieri ha perso, come il mondo intero, il suo grande “amico”.
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