Celestino torna esule e pellegrino, e resta il mistero del legno di ulivo sparito
L’Aquila – Chiusa la Porta Santa, tornerà a riaprirsi il 28 agosto 2010, si spera su un interno della basilica di Collemaggio meno devastato di come sia apparso a pellegrini,fedeli,visitatori sgomenti da tanta distruzione. Da oggi ha inizio la “peregrinatio” della salma del papa santo, prima tappa la cattedrale di S.Panfilo a Sulmona, dopo una sosta nella chiesa di Corfinio. La peregrinatio, per portare ovunque il perdono e l’indulgenza di Celestino V, toccherà tutte le diocesi dell’Abruzzo e del Molise. Il papa del rifiuto era molisano di nascita, e a lungo ha vissuto negli eremi disseminati tra i monti della Maiella e del Morrone. Le spoglie saranno a Sulmona nella chiesa di S.Panfilo: nel centro della cripta, tra Cattedra e Tempietto col busto di San Panfilo, c’è un piccolo altare di San Pietro da Morrone con una nicchia ad arco ogivale nella quale è solpito un Crocifisso in bassorilievo. De Mattheis, storico sulmonese, afferma che l’altare è stato consacrato il 10 ottobre 1294 da Celestino V, subito dopo essere stato incoronato pontefice all’Aquila, di passaggio a Sulmona e diretto a Napoli. In chiesa sarebbero inoltre custodite preziose reliquie di Celestino.
Le altre diocesi interessate alla peregrinatio, tra settembre 2009 e agosto 2010, sono quelle di Sulmona, Chieti, Teramo, Lanciano-Ortona, Pescara-Penne, Chieti (Vastese), Termoli-Larino, Campobasso-Boiano, Isernia-Venafro, Trivento, Avezzano, e poi di nuovo L’Aquila. Con l’inizio della peregrginatio sara’ possibile per i fedeli delle singole diocesi lucrare l’indulgenza concessa dalla Penitenzieria Apostolica in occasione del Giubileo celestiniano indetto dalla Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana nella ricorrenza dell’ottavo centenario della nascita del papa del Morrone. Le spoglie di San Pietro Celestino torneranno all’Aquila il 28 agosto 2010, in occasione della 716 edizione della Perdonanza celestiniana.
Le terre abruzzesi e molisane sono le “sue” terre, benchè L’Aquila sia la meta scelta per costruirvi la maestosa basilica di Collemaggio in un luogo che alcuni studiosi moderni, al di fuori dagli schemi accademici, ritengono indicato a Celestino da influenze esterne: naturalmente si parla di Templari e di maestri particolarmente abili nella edificazione di alte cattedrali ispirate al gotico. Certo è che Celestino fu a Lione in Francia, dove ebbe contatti con i Templari e forse da loro anche un incarico particolare riguardante appunto L’Aquila, la “nuova Gerusalemme” pensata dall’imperatore Federico II di Svevia.
La peregrinatio di quest’anno è anche un percorso di fede e commozione di Celestino, le cui spoglie sono scampate anche al terremoto del 1703 e a quello del 1915, proveniente dalla Marsica, che amputò la facciata di Collemaggio di una bella fetta, sbriciolatasi al suolo. Le spoglie di Celestino V sono state esposte per la prima volta durante il corteo della Perdonanza il 28 agosto, prima dell’apertura della Porta Santa per il perdono ai pentiti e ai confessati, presente il cardinale Bertone, segretario di Stato del Vaticano, che ha bussato con un martelletto anzichè con il solito ramo di ulivo dei Getsemani: fino ad oggi il ramo risulta perso in Comune. Nei crolli e nel trambusto, qualcuno lo ha scambiato per un legno qualsiasi, oppure l’oggetto è stato sottratto? Ricordiamo che la salma di Celestino fu oggetto, anni fa, di uno strano furto sacrilego e poi ritrovata. Mai fatta chiarezza sull’episodio, come mai fu fatta chiarezza sui risultati di esami autoptici e scientifici sul cranio di Celestino, che presenta un vistoso buco quadrangolare. In tanti e tanto importanti preferiscono l’emotività dei fedeli alla verità dei fatti dimostrati. Chi sa poi perchè: Celestino resterebbe quel grand’uomo che fu e non sarebbe venerato di più o di meno. Vai a capire. (G.Col.)
(Nella foto: Il Mausoleo celestiniano con le spoglie, come era prima del 6 aprile – In mezzo, una storica immagine: papa Paolo VI benedice l’urna di Clestino appena costruita – Sotto, le spoglie).
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