Se prima eravamo divisi, ora di più…
Se fino alla prima riunione del CAL (consiglio autonomie locali) tenutasi oggi a L’Aquila in Abruzzo eravamo divisi sulla riforma della province, ora lo siamo di più. Molto di più. Di fronte ad un pacato presidente Del Corvo, si sono attestati come per azioni strategiche sindaci, presidenti di province e loro sodali o avversari. C’erano diverse ipotesi per il futuro abruzzese sulla carta geografica dell’Italia politica del sec. XXI, ora ce ne sono di più.
Una ridda, un formicaio, un affollamento concitato che lascia presagire tempeste, fulmini, scariche elettriche, forse fortunali o uragani. Di questi tempi può succedere di tutto. Praticamente, ognuno vuole la sua provincia, il suo capoluogo, il suo glorioso campanile e anche lo stemma. Nessuno vuol perdere gonfaloni e faccia, anche perchè si sente odore di elezioni non molto lontane. Sarà la pugna senza esclusione di colpi e di capoluoghi.
Chi sa se Monti e i suoi revisionisti senza paura e senza macchia, sanno che esiste un Abruzzo ancora in piena epoca dei comuni, senza però alcun rinascimento nè presente, nè presumibile. Sarà difficile uscirne contenti e senza ossa rotte. La politica dovrà stavolta dimostrare quanto vale. Mica come nel 1971, per il capoluogo di regione: rissa indegna, processi, danni, disordini, barricate, figuracce a non finire e come soluzione un pasticcio che ancora ci grava sulle spalle. E’ mezzanotte, dottor Del Corvo. Accenda per tutti e in tutti la lucerna del discernimento e della razionalità . Serve Diogene, con la sua lanterna, ancora una volta…
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