Decretone sanità in arrivo
(di Carlo Di Stanislao) – Si compone di 27 articoli e sarà presentato al consiglio dei ministri di venerdì il decretone sanità che riguarda gli stili di vita, con forte stretta su fumo, alcolici e gioco d’azzardo. Naturalmente, e lo sottolinea lo stesso ministro, il testo, che è stato redatto il 10 agosto e visionato dalle Regioni il 24, potrebbe essere soggetto a cambiamenti.
Tra le novità, pesanti multe per chi vende sigarette ai minori di anni 18, videopoker lontani da scuole e ospedali (almeno 500 metri), tassa sull’alcol e maggiori controlli per chi svolge attività sportiva anche amatoriale e non agonistica.
Nel “decretone” intitolato “disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, si prevedono norme per la razionalizzazione dell’attività’ assistenziale e sanitaria, per la promozione di corretti stili di vita e riduzione dei rischi connessi all’alimentazione e alle emergenze veterinarie e la diposizione in materia di farmaci e di servizio farmaceutico.
Secondo il ministro Balduzzi, l’obbiettivo “è dare a tutti il senso di una maggiore responsabilizzazione”.
Nel decreto, poi, accanto a una manutenzione straordinaria, si introducono importanti novità di prospettiva, come il potenziamento dei medici di famiglia (che dovranno assicurare un servizio h 24), il superamento dei problemi della medicina difensiva e, per gli ospedalieri, la tracciabilità dei pagamenti per le visite private ed il fatto che le stesse, pare dal 31 dicembre, dovranno effettuarsi entro le mura della struttura per cui il sanitario lavora.
I pagamenti ai medici che svolgono attività intramuraria fuori dall’ospedale in assenza di spazi dedicati diventano tracciabili: carte di credito, bancomat, bonifici, assegni.
Le prestazioni avranno tariffe minima e massima, con un prelievo previsto del 5% da investire nella riduzione dei tempi d’attesa.
In mancanza di spazi ospedalieri la Asl può prendere in affitto altre strutture o mettere a disposizione ambulatori esterni.
Se si tratta di studi privati devono essere collegati alla rete aziendale. In questo caso il medico dipendente in rapporto di esclusiva col servizio sanitario (il 95% hanno compiuto questa scelta) non può lavorare dove siano presenti medici non dipendenti.
Per avere l’autorizzazione, su base annuale, dovrà garantire un fatturato pari o superiore a 12 mila euro.
I direttori generali che entro marzo 2015 saranno stati inadempienti nel rispetto delle scadenze rischieranno la riduzione del 20% dello stipendio. All’intramoenia è dedicato l’intero articolo 2 con una regolamentazione che fa uscire questa attività dall’ombra (delle cliniche private). La ricognizione delle Asl sull’esistente deve avvenire entro dicembre 2012 anche sui fatturati dei professionisti.
“Il pericolo è che nelle Regioni finora inadempienti sia istituzionalizzata la libera professione nello studio privato”, ha commentato Massimo Cozza, segretario di Cgil medici Funzione Pubblica.
All’interno della attuale stesura del decreto, ci sono anche le norme sul Governo Clinico, e in particolare sulle nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie.
Queste, secondo l’ultima versione del testo, non saranno più effettuate dai presidenti di Regione ma dalla giunta regionale.
L’ultima bozza di decreto prevede inoltre che le Regioni provvedono alla nomina dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale “garantendo adeguate misure di pubblicità dei bandi, delle nomine e dei curricula, di trasparenza nella valutazione degli aspiranti”, nonchè il possesso “da parte degli aspiranti medesimi di un diploma di laurea magistrale e di adeguata esperienza dirigenziale, almeno quinquennale nel campo delle strutture sanitarie e settennale negli altri settori, con autonomia gestionale”.
Secondo quanto stabilito, poi, sarà facile sapere quanto le aziende sanitarie pagano i beni e servizi acquistati: basterà un clic.
Dovrebbe infatti entrare in vigore anche la norma che stabilisce “la pubblicazione online dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie per gli acquisti di beni e servizi”. La norma è in sostanza un’aggiunta a un comma di un articolo contenuto nella manovra dell’estate 2011, che recita: “Le Regioni adottano tutte le misure necessarie a garantire il conseguimento degli obiettivi di risparmio programmati, intervenendo anche sul livello di spesa per gli acquisti delle prestazioni sanitarie presso gli operatori privati accreditati”. Se la bozza del decreto sanità diventerà legge, le Regioni avranno quindi anche il compito di pubblicare i prezzi dei beni e servizi acquistati dalle Asl.
Per il ministro è importante “anche la questione del fascicolo sanitario elettronico, una più accurata informazione acquisibile online sulle strutture sanitarie, nella direzione di un maggiore sviluppo del Paese e dell’acquisizione di una maggiore consapevolezza, da parte dei cittadini, della propria salute”. Per quanto riguarda i ticket, infine, il ministro ha “proposto di studiare una soluzione alternativa che consenta di avere una più equa e trasparente compartecipazione alla spesa”.
La parte vissuta in modo più critico riguarda la tassazione delle bevande gasate, alcoliche ed analcoliche, con aggiunta di zuccheri ed edulcoranti, con posizione negativa del capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, che ha detto: “Il ministro della Salute Balduzzi usa argomenti strumentali per giustificare un’aliquota che bocceremo ” ed aggiunge che: “Bisogna promuovere una sana cultura alimentare, non togliere altri soldi alle famiglie”, concludendo: “La tassa sulle bibite – continua – è demenziale e per tutelare le fasce più deboli si deve agire in modo molto più serio”.
Polemiche anche alcune associazioni di consumatori come Federconsumatori e Adusbef, che si dicono contrarie a qualsiasi aumento di tassazione, spiegando che “tra Imu, accise e bolli vari e addizionali regionali, le famiglie italiane quest’anno sono state già colpite per oltre 1.157 euro. Già una cifra enorme che ha corroso fortemente il potere di acquisto”.
Secondo l’Aduc, poi, il Ministro Balduzzi “sta solo raschiando il fondo del barile per raccattare qualche soldo: che lo faccia il ministro dell’Economia è comprensibile, ma che lo proponga quello della Salute ci sembra offensivo per la intelligenza dei cittadini”. Anche perché, conclude l’Aduc, i risultati salutistici “sono tutti da verificare”.
Dice questo, sul Messaggero, anche l’ex ministro della sanità Veronesi, contrario ad ogni forma coercicitiva e repressiva e favorevole, invece, ad efficaci e diffuse campagne di sensibilizzazione sugli stili alimentari e di vita.
Dubbi sono stati sollevati anche sulla norma, ritenuta ridicola ed inefficace, del distanziamento delle cosiddette “spelonche del gioco” da scuole, ospedali, ospizi e luoghi pubblici, un modo per far credere di risolvere un problema di ben altra natura e portata.
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