Case, il PD dà indicazioni, ma è informato?
L’Aquila – Il PD aquilano, per bocca di Roberto Riga e Pietro Di Stefano, dice la sua sul problema delle case e del rientro degli sfollati in città , che, al momento, appare almeno problematico per migliaia di persone. Ecco la nota del PD: “Si è svolta ieri una riunione del Gruppo Consiliare del Partito Democratico del Comune dell’Aquila. Alla riunione hanno preso parte anche l’On. Giovanni Lolli, il Sindaco Massimo Cialente, membri della Giunta Comunale e dirigenti del partito locale.
La riunione è stata una proficua occasione per definire la strategia del Partito a sostegno dell’azione del Sindaco e della Giunta comunale. In particolare, è emersa una forte contrarietà in merito alla ventilata ipotesi di trasferimento della popolazione attualmente residente nelle tendopoli presso gli alberghi della costa, fuori provincia e lontano dalla città .
Il Partito Democratico ritiene invece preferibile mantenere la popolazione aquilana nei territori dei Comuni del circondario della città capoluogo (come individuato dal Consiglio Comunale) ed evitare la dispersione della stessa tenuto conto anche dell’imminente ripresa dell’attivita’ scolastica. Il Partito Democratico, inoltre, auspica come soluzione temporanea
per gli alloggi degli sfollati, e ad integrazione del fabbisogno abitativo del piano C.A.S.E. un investimento ingente sulle casette di legno, strutture temporanee e amovibili. Dalla riunione è inoltre emersa la necessità di rafforzare l’azione della maggioranza e della giunta comunale attraverso un coinvolgimento di tutte le forze politiche che sentono la necessità di condividere un progetto di ricostruzione della città nell’interesse di tutti i cittadini aquilani”.
(Ndr) – Democratico per nome e vocazione il PD forse ha trascurato un aspetto essenziale: provi a informarsi chiedendo agli interessati ospiti sulla costa da quasi cinque mesi cosa desiderano fare. Non indichi una strada, senza prima aver sondato le persone, cosa che siamo sicuri vorrà fare. Molti per tornare pongono delle condizioni: avere una casa, tutt’al più di legno e provvisoria, ma sicura e confortevole. Invece dei moduli con le richieste di case non si sa nulla di preciso: chi ha diritto ad una casa? Chi lo dirà agli sfollati? Ma soprattutto quando? E’ vero che sono state trattenute in città , in un paio di alberghi, ingenti forze dell’ordine nel timore che le risposte tardino o risultino insoddisfacenti, tali da suscitare pericolose reazioni?
(Nella foto Col: Un edificio su pilastri antisismici ben visibili)
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