Sospiri e Foschi su vertice province
Pescara – “Non siamo d’accordo con la legge della Spending Review sul ‘riordino’ o ‘taglio’ delle Province, divenute la foglia di fico di tutti i mali, perché è chiaro che se le Province non funzionano allora vanno abolite tutte, ridurne il numero non risanerà i conti pubblici. Tuttavia anche l’Abruzzo, suo malgrado, dovrà adeguarsi e in questo caso sarà fondamentale dare una risposta efficace ai cittadini, chiamati a fare sacrifici, e in questa ottica l’unica risposta valida è quella di creare la macro-provincia Appenino-Adriatica, con un ruolo centrale per Pescara-capoluogo di provincia, una proposta che sosterremo in ogni modo al Cal. E purtroppo, dopo il campanilismo del Presidente della Provincia di Chieti, ci ritroviamo a fare i conti con quella del sindaco di Teramo Brucchi: se comincerà a chiedere ai sindaci dell’area vestina di unirsi alla Provincia di Teramo, gli dimostreremo concretamente quanti sono i Comuni della Provincia di Teramo che fremono per accorparsi a Pescara, come Atri, Pineto, Roseto, Giulianova, Silvi, perché Pescara è l’unico e il vero motore economico d’Abruzzo. E se oggi Teramo, come Brucchi sostiene, può vantare una maggiore rappresentatività politica nelle alte sfere, ovviamente in termini numerici, è solo per un incidente di percorso destinato a restare ‘caso’ unico”. Lo hanno detto i consiglieri del Pdl Lorenzo Sospiri e Armando Foschi che oggi hanno preso parte al vertice sul riordino delle Province convocato dal Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa e dal sindaco Luigi Albore Mascia.
“Non condividiamo il Decreto Monti, non ci piace, come non ci piace questo Governo, ma ovviamente dobbiamo adeguarci – hanno sottolineato i consiglieri Sospiri e Foschi -. In realtà non si capisce la ragione di fondo che ha condotto alla riduzione delle Province, perché se tali Enti non funzionano vanno aboliti completamente, e non diminuiti di numero. Tuttavia oggi quel Decreto è ineluttabile, e occorre decidere quante Province debbano restare a Pescara: è chiaro che se dobbiamo pensare a un taglio dei costi della politica dobbiamo necessariamente pensare all’esistenza di sole due Province, da individuare su una divisione del territorio per aree omogenee. E allora è naturale pensare alla Provincia de L’Aquila e alla costituzione della Provincia Appenino-Adriatica che vedrà unite Pescara, Chieti e Teramo e ovviamente il capoluogo di provincia sarà la città che avrà il maggior numero di popolazione, quindi la carica spetta a Pescara. Lo ripetiamo: la norma non ci piace perché è ipocrita, le Province o funzionano o no e allora vanno abolite. La verità è che tale norma è servita per dare un colpo alla botte e, attraverso le Province, procedere alla chiusura di Prefetture e Questure, sperando di non fare troppo rumore. Tuttavia il percorso sarà tutt’altro che semplice viste le battaglie di puro campanile che si profilano all’orizzonte: prima è toccato a Chieti, stamattina abbiamo letto le assurdità giunte invece dal sindaco di Teramo Brucchi che ha inanellato una lunga serie di inesattezze. Tralascio la polemica circa l’assenza di storia a Pescara, notizia già abbondantemente smentita con Chieti, ma ritengo oltremodo fuoriluogo il grido di battaglia di un sindaco che, sperando di salvare il salvabile, cercherà di convincere i sindaci della nostra area vestina a passare con la Provincia di Teramo: vuol dire che gli dimostreremo con i fatti quanti sono i sindaci del teramano che non vedono l’ora di passare con Pescara. E poi: è evidente, mi spiace per il sindaco Brucchi, che Pescara sia il motore economico dell’Abruzzo intero, e non lo dice la politica, ma i dati economici regionali, così come è evidente che il motore politico della Regione sia Pescara, fermo restando il capoluogo di regione. Tutto ciò che accade a Pescara viene oltremodo amplificato per un effetto naturale facendo avvertire i propri effetti sull’intero Abruzzo, cosa che non accade a Teramo, e se oggi, secondo Brucchi, la stessa Teramo può vantare una rappresentanza istituzionale più numerosa nei vertici di governo è solo per un fatto di pura casualità”.
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