Perdonanza, c’è un’alternativa
L’Aquila – Scrive Emidio Di Carlo, giornalista indipendente: “Se Cialente e company volevano una risposta sulla grande “festa paesana” che avanza con il pretesto della “Perdonanza”, quaggiù qualcosa si muove. Già, perché appena è stato possibile farsi largo tra le macerie del centro storico, ecco che comincia a farsi largo la contestazione culturale di un popolo che parla di ben altra spiritualità e coesione rispetto alla clamorosa divisione/dispersione che il Cialente ha regalato alla popolazione aquilana, specie dopo il sisma del 6 aprile 2009.
“Libera, autofinanziata e diversa”, la “Perdonanza alternativa” ora è una realtà. E non stupisce che dietro a quest’iniziativa vi sia quell’associazione “3e32” (il “Popolo delle carriole”)che si rimboccò le maniche all’indomani del sisma per denunciare l’immobilismo nella “ricostruzione” ancora oggi sotto gli occhi di tutti. “No alla strumentalizzazione del Perdono”, basta con le “ingiustizie, i privilegi e gli sciacallaggi di cui una grossa parte della città è stata vittima sopratutto dopo il sisma”; dicono gli organizzatori di questa clamorosa contestazione popolare che ha un significato profondo poiché, nella città della cultura, è espressione proprio di una cultura popolare che ha i numeri – ma non le raccomandazioni del Palazzo – per reclamare la propria presenza. Ma Cialente è troppo impegnato con il suo Assessore alla Cultura, Pezzopane, con il suo Assessore-ATAM Fanfani, ecc., con il ristretto pubblico plaudente laico, a spendere denaro e parlare a ruota libera pensando di poter pascolare un gregge di pecore. I propri compiacenti organi di stampa gli danno spazio. Come potrebbero rifiutarsi. Anche quest’evento è un’occasione ghiotta per accettare la pubblicità istituzionale. Infine una considerazione. Da che parte sta l’informazione su “Il centro”? Numerose pagine vengono dedicate alle iniziative del Palazzo sulla “Perdonanza”, ma per la “Perdonanza alternativa” solo una piccolissima notizia”.
(Ndr) – E’ un vero peccato che noi, come anche altri, sentiamo parlare per la prima volta di questa iniziativa, peraltro quasi a fine Perdonanza… ufficiale. Evidentemente chi l’ha voluta non desiderava che l’opinione pubblica e la città ne sapessero qualcosa.
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