Cantico di Perdonanza, cantico d’Amore
L’Aquila – (di Gianfranco Giustizieri) – Il temporale che si è abbattuto in città l’altro ieri non ha impedito la rappresentazione dello spettacolo “Cantico di Perdonanza, cantico d’Amore” eseguito presso il “Centro Famiglia di Nazareth” per l’impossibilità di allestimento nel piazzale orientale della basilica di Collemaggio. Lo spettacolo, organizzato dall’Associazione musicale “Gli Archi del Cherubino”, dall’Associazione per la musica antica “Aquila Altera”, dalla Società dei Concerti “B: Barattelli” e dal Teatro Stabile d’Abruzzo, ha voluto offrire, in una commossa atmosfera di ricordi e di speranze, un invito di riflessione per ogni persona presente.
La cantata per musica, narrazione e proiezioni video, ha interpretato il messaggio di Celestino attraverso un percorso che si è sviluppato attraverso i cinque grandi interrogativi dell’uomo: la morte, la vita, l’amore, il perdono e la gioia. Ogni momento ha costituito, nel silenzio assoluto della sala, un messaggio personale dipanatosi in un susseguirsi di emozioni che hanno trovato il loro punto più alto nel finale dello spettacolo con il Canto d’amore per L’Aquila di Roberto Biondi, eseguito magistralmente dal soprano Camilla Illeborg e con struggenti immagini di L’Aquila ferita.
Riportiamo integralmente il Canto, affinchè questa testimonianza possa rimanere nelle menti e nei cuori anche per chi non è potuto essere presente.
Manet Immota
canto d’amore per L’Aquila
Voli spietata, a volte altezzosa,
regina del cielo, borghese, sorniona
regina, amata, diruta,
sognata, ferita, lasciata, riavuta.
Tu che predavi selvaggia, sei preda
ferita, segnata, colpita, squassata,
su nevi, su ghiacci fessure di roccia.
Una lesione profonda. Ti lacera. Adesso.
Regina d’Abruzzo: Regina d’Abruzzo.
Chi t’ha predato? Chi t’ha ferito?
Madre e sorella, spesso incompresa,
vergine casta, figlia ed amica, splendida
sposa. Rimani salda. Manet Immota.
Mi tendi una mano, il tuo pianto
Consolo. Lontano. Consolo, orfano figlio.
Da solo, ti guardo sfinita, sposa devota.
Torna ti prego. Manet Immota.
Chi ti ha predato? Chi t’ha ferito?
Donna abusata, torna a volare.
Sposa violata riprenditi il cielo.
Ti amo mia terra, anche se tremi,
ti amo mia terra, tu m’appartieni.
Ti amo mia terra, nulla ti scuota.
Torna, ti prego. Manet Immota!
Magistrale l’ideazione e la direzione musicale di Luciano Di Giandomenico, scolpite nella memoria le voci recitanti di Bartolomeo Giusti e Claudio Marchione, ottime le scelte video di Tiziana Spera, opera preziosa il libretto curato da Roberto Biondi. Infine il lunghissimo applauso del pubblico ha coinvolto i rappresentanti dei Vigili del fuoco che, attraverso le immagini del video, hanno contribuito ad elevare una tensione emotiva personale e collettiva.
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