“Il rischio che Chieti sia città fantasma”
Chieti – Scrive il vicesindaco Bruno Di Paolo: «L’allarme lanciato dal Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, sul rischio che Chieti diventi una città fantasma se venissero spostati gli Uffici e i servizi a seguito della perdita dello status di Capoluogo, deve essere raccolto da tutti gli Amministratori non solo della Città ma di tutta la Provincia.
Appare stranissimo come sino ad oggi siano stati pochissimi i politici della Provincia di Chieti a far sentire la propria voce quasi non ci si rendesse conto del baratro che ci si para innanzi o, peggio ancora, ci fosse un senso generale di rassegnazione il che sarebbe ancora più grave.
Sarebbe opportuno che una buona volta si prendesse reale coscienza di quanto le decisioni che verranno assunte dal Comitato delle Autonomie Locale (CAL) potranno avere ripercussioni negative sul futuro di Chieti considerato che l’eventuale accorpamento con Pescara comporterebbe, di fatto, la perdita di tutti gli uffici a carattere provinciale tra cui, quelli più importanti, Prefettura e Questura.
Un vero e proprio “saccheggio” nei confronti della Città di Chieti che si troverebbe ridotto alla stregua di un “paesotto” con danni non solo all’immagine ma anche e soprattutto all’economia già fortemente provata dalla crisi dell’area industriale e dallo svuotamento di strutture importanti e storiche come da ultimo la chiusura della Caserma Berardi.
Non si tratta di campanilismo spicciolo bensì di una constatazione di fatto ed è per questo che ritengo da scartare a priori sia la proposta della grande Provincia Appenninico Adriatica che vedrebbe accorpate Chieti, Pescara e Teramo, sia l’accorpamento solo Chieti – Pescara perché in entrambi i casi ciò comporterebbe per i teatini la perdita del Capoluogo a favore della Città adriatica.
Più ragionevole vedo la proposta di un accorpamento tra Pescara e Teramo come terza provincia abruzzese lasciando L’Aquila e Chieti autonome anche per non spostare troppo il baricentro economico dell’Abruzzo unicamente verso Pescara e soprattutto in ragione del fatto che sono le due Provincie a rispettare i criteri imposti dal ministero.
Ai “solerti” politici di Pescara, che adducono a sostengo della loro tesi di grande Provincia il fatto che “Pescara è baricentrica poiché sede di Uffici Regionali”, vorrei ricordare loro che questa non buon essere una motivazione valida in quanto si tratta di un vantaggio che hanno già ottenuto e di cui godono da tempo con ripercussioni positive in termini occupazionali; un vantaggio che in parte è andato a discapito proprio della Città di Chieti che avrebbe dovuto avere di diritto l’Assessorato Regionale alla Cultura ma che, per ragioni inspiegabili e scellerate scelte politiche dell’epoca, non ha invece ottenuto!!!
Senza considerare che nel corso degli anni l’ “idrovora Pescara”, e gli attuali rappresentanti istituzionali adriatici dovrebbero rammentarlo, ha continuamente e costantemente cercato in tutti i modi di scippare, adducendo quale motivazione il fatto di essere la Città più popolosa, spazio e immagine a Chieti ed alla sua Provincia in alcuni casi riuscendovi come la vicenda dell’Università d’Annunzio, che ha dovuto cambiare nome passando da “Università di Chieti” ad “Università di Chieti – Pescara” senza che vi fosse alcun motivo ragionevole, oppure quella dell’Aeroporto, in parte realizzato su territorio della Provincia di Chieti, che sulla carta si chiama “d’Abruzzo” ma che i pescaresi continuano a sentire “cosa loro” continuando a chiamarlo e pubblicizzarlo in maniera impropria “Aeroporto di Pescara”.
Potrei continuare ancora con altri esempi di questo genere ma poiché ritengo che la polemica non porti da nessuna parte penso sia più giusto tornare a sollecitare i politici di tutte le Città e di tutti gli schieramenti ad agire secondo il buon senso affinché le scelte del CAL siano improntante alla difesa dei reali interessi superiori di tutti i cittadini abruzzesi piuttosto che di quelli di una sola Città.»
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