Immigrati, previste molte assunzioni
L’Aquila – (com) – Il CRESA rivela che i risultati dell’indagine annuale sulla domanda di lavoro immigrato del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, evidenziano che le imprese abruzzesi dell’industria e dei servizi hanno previsto per il 2012, 2.470 assunzioni non stagionali e 1.160 assunzioni stagionali di personale immigrato. Rispetto alle previsioni per il 2011, si rileva un aumento del 18,2% delle assunzioni non stagionali e un calo del 30,5% di quelle stagionali.
Mentre la diminuzione delle assunzioni stagionali risulta ben superiore a quella osservata in Italia (-5,6%) e in tutte le ripartizioni, l’incremento delle assunzioni non stagionali si pone in controtendenza rispetto al calo osservato a livello sia nazionale (-27,0%) sia di singole ripartizioni e accomuna l’Abruzzo a sole altre 4 regioni che hanno fatto rilevare aumenti (Basilicata: +41,9%; Molise: +25,0%; Liguria: +7,1%; Friuli-Venezia Giulia: +2,7%). A livello provinciale per Chieti e L’Aquila è previsto il maggior numero di assunzioni (rispettivamente 870 pari al 35,2% del totale regionale e 750 pari al 30,4%).
Il livello di istruzione del personale immigrato che le imprese abruzzesi prevedono di assumere nel 2012 è variegato ma vede la prevalenza dell’istruzione secondaria e post secondaria (19,4% tra le assunzioni non stagionali e 14,2% tra quelle stagionali, in entrambi i casi sensibilmente inferiore ai corrispondenti valori italiani: 30,1% e 23,3%). Le assunzioni di personale provvisto di qualifica professionale costituiscono una quota lievemente inferiore (14,7% e 12,1%) mentre il livello di istruzione universitario risulta veramente trascurabile (1,8% e 0,3%). Una quota molto rilevante delle assunzioni richiede un’ulteriore formazione da parte delle imprese (64,4% di quelle non stagionali e 42,0% di quelle stagionali).
Riguardo all’età degli immigrati assunti, avrà meno di 29 anni il 30,2% dei lavoratori stagionali e il 41,1% di quelli non stagionali, valori che evidenziano non solo la richiesta di una forza lavoro più giovane di quella necessaria in Italia (rispettivamente 20,6% e 29,8%) ma anche una maggiore richiesta di lavoratori giovani rispetto al 2011 (rispettivamente 24,8% e 27,0%).
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