Biglietti, non è meglio farla finita?


La gente, non solo a Pescara, assiste inebetita all’incrociarsi non di nobili fioretti, ma di purulente diatribe sulla squallida faccenda dei biglietti per la partita, che alcuni politici pretendono in omaggio, dimenticando la commovente protesta dei disabili che, qualche giorno fa, reclamavano non posti a scrocco, ma semplicemente posti per poter andare allo stadio. Pagando il biglietto, se necessario.
Pescara, magnifica città che tutti gli abruzzesi vorrebbero come loro simbolo di rinascita e vigorìa (non solo muscolare, anche morale), sta vivendo tempi amari. Prima la storia nauseante del porto canale ucciso e ormai anche sepolto (sotto la melma), e prima ancora quella (che molti giovani nemmeno ricordano) delle aree di risulta, tesoro inestimabile nel cuore cittadino, che in decenni nessuno ha ancora saputo valorizzare per la collettività. E’ vero che quando le luci forti si spengono, se ne accorgono tutti: Pescara è una luce forte in Abruzzo, se viene a mancare vivremo tutti più al buio. Per il bene di tutti, o semplicemente per dignità, è meglio farla finita con la vicenda biglietti. Chiedano scusa coloro che debbono farlo, acquistino il biglietto e vadano alla partita. Se non ce la fanno, se ne stiano a casa a vederla in tv. Comunque, facciano silenzio. Ricordino che il silenzio è d’oro. Pescara solida e civile, perdonali e “soppozzali”. Significa: falli sparire dalla scena.



22 Agosto 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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