Il calendario venatorio? “Preoccupa”
Città S.Angelo – Scrive Stefano Allavena, delegato LIPU per l’Abruzzo: “Il calendario venatorio 2012/2013 recentemente approvato dalla Giunta regionale ha fortemente deluso e preoccupato quanti, a cominciare dalla LIPU, chiedono da anni che la caccia venga condotta e gestita in modo da non pregiudicare la conservazione della fauna selvatica.
Si concedono due giorni di preapertura il 1° e il 2 settembre alla tortora selvatica e al merlo: questo
malgrado che lo stato di conservazione della tortora sia giudicato cattivo, sia in Italia che in Europa. La
preapertura è considerata deleteria per le tortore, sia per quelle che nidificano in Italia sia per quelle che vi
transitano in migrazione. Senza contare il gran numero di uccelli protetti o comunque non cacciabili in quei
giorni che vengono comunque abbattuti per sbaglio o intenzionalmente, come si vede da quanti finiscono nei
centri di ricupero della LIPU e di altre organizzazioni.
Si consente la caccia alla coturnice, dal 1° ottobre al 30 novembre, senza tenere in alcun conto il fatto
che si tratta di un uccello che, in particolare al di fuori delle aree protette, è sempre più scarso e che quindi
avrebbe bisogno di una rigorosa tutela.
Si concede ai cacciatori abruzzesi di esercitare la caccia ai migratori in tutto il territorio regionale. Il
cosiddetto nomadismo venatorio, dagli esperti unanimamente riconosciuto del tutto inconciliabile con
l’esigenza di una gestione razionale ed efficace della fauna selvatica, continua quindi indisturbato.
Sarà inoltre possibile sparare fino al 10 febbraio a diverse specie, come la ghiandaia, il colombaccio, la
gallinella d’acqua e il porciglione che per quell’epoca hanno già iniziato la nidificazione.
Del tutto inaccettabile è poi la gestione della caccia nella Zona di Protezione Esterna del Parco
Nazionale d’Abruzzo, di importanza vitale per gli orsi marsicani in particolare nei mesi autunnali e soprattutto
nel mese di ottobre quando vi trovano bacche, ghiande, faggiole, ecc. di cui si nutrono abbondantemente per
far fronte ai mesi invernali. Anche in questa zona viene autorizzata la caccia al cinghiale già a partire dal 7
ottobre, quando la legge nazionale in materia suggerisce come data d’inizio il 1° novembre. Inoltre la
Regione si è ben guardata dal chiudere la caccia in quelle zone, ben note, di importanza speciale per gli orsi
nei mesi autunnali, come più volte richiesto da diverse parti. Ancora una volta, per pochi voti, la Regione non
esita a mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’orso marsicano, simbolo dell’Abruzzo e seriamente
minacciato d’estinzione. A parte la concreta possibilità che qualche orso venga ammazzato, per sbaglio o
non per sbaglio, grave è il fattore disturbo in un periodo e in zone tanto delicate.
Uno studio recente effettuato da esperti universitari in Svezia e in Norvegia su 78 orsi radiocollarati,
condotto dal 2003 al 2010, da due settimane prima a due settimane dopo l’apertura della caccia dimostra
chiaramente che la caccia nei mesi autunnali è causa di intenso disturbo per gli orsi che arrivano a modificare
radicalmente le loro abitudini diventando, da diurni, notturni, fattore che può interferire anche sulla
riproduzione.
La Lipu Abruzzo si augura che, finalmente, la Regione cominci a gestire la caccia in modo razionale,
ponendo in primo piano la conservazione di specie seriamente minacciate, prima tra tutte l’orso marsicano.
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