Micron riapre, restano dubbi e silenzi


Avezzano – NELLO STABILIMENTO-TERRITORIO LAVORANO 350 AQUILANI E CENTINAIA DI ALTRI RESIDENTI IN ABRUZZO E LAZIO – La “fabbrica territorio” riapre i battenti: stasera alle 20 sarà riattivato e predisposto all’avvio il ciclo produttivo, domattina tutti a lavorare. La fabbrica territorio, ci spiega Alfredo Fegatelli, foto, sindacalista FIOM CGIL che da sempre si occupa di questo settore produttivo (fin dai tempi difficili del polo elettronico aquilano), vuol dire semplicemente che tra i 1600 dipendenti dello stabilimento di Avezzano si contano, tanto per fare degli esempi, 330 aquilani, 200 sulmonesi, decine di lavoratori di Rieti e così via. Alla Micron lavorano persone appartenenti ad un vasto territorio, anche laziale oltre che abruzzese.
Parlare di 350 lavoratori aquilani, vuol dire parlare di un’azienda di medie dimensioni, quasi uguale alla tanto sospirata Alenia…” precisa Fegatelli. “Immaginiamo di quale importanza possa essere il futuro della Micron, non solo per il territorio marsicano, in cui naturalmente rappresenta l’industria più importante, il pilastro dell’economia industriale”.Possiamo anche aggiungere, perchè è giusto affermarlo, che la Micron è un fiore all’occhiello per l’Abruzzo, essendo un’azienda altamente tecnologica a livello mondiale, un centro di ricerca che ha dato sostanziali contributi al mondo informatico e telematico così com’è oggi. Ma la crisi mondiale non risparmia nessuno.
IL CASO MICRON è rilevante. Per riassumerlo basta poco. Alcune settimane fa, si sono diffuse voci, non smentite, di una possibile vendita. Poi la chiusura programmata, ma con un giorno di anticipo, a sorpresa, per le ferie di Ferragosto. enza avere neppure l’accortezza di avvertire i lavoratori, che hanno trovato le porte chiuse. Tanto meno i sindacalisti. Della stampa, poi, nemmeno a parlarne. Il gigante americano non sa, probabilmente, che ne esiste una anche in Abruzzo.
I silenzi dell’azienda, il suo ostinato mutismo ufficiale hanno alimentato preoccupazioni e dicerie. La Micron avrebbe dovuto immaginarlo, se ha un’immaginazione che non sia nanoelettronica. C’era anche chi temeva che oggi lo stabilimento non avrebbe riaperto i battenti. Invece riapre, e tutto sembra regolare.
A Fegatelli chiediamo cosa intenda fare il sindacato. “Prima di tutto restare unito, per poter avere voce in capitolo - dice il sindacalista FIOM CGIL – anche se a me pare che da qualche parte il problema Micron sia sottovalutato. Noi della FIOM non vogliamo renderlo drammatico, ma neppure sdrammatizzarlo alla leggera. Non mi pare comunque che in questo momento si possa sottovalutare nulla”.La Micron fornisce spiegazioni, parla delle proprie intenzioni almeno con voi sindacalisti? Con la stampa neppure a pensarci…
Alfredo Fegatelli, come sindacalista, dovrebbe sapere, invece non sa. E c’è un motivo: l’azienda non esterna, non ha mai rivelato le proprie intenzioni, i propri piani. “La Micron è totalmente muta, nessuno sa cosa vogliano fare, cosa abbiamo nei loro programmi, e naturalmente si ignora il vero piano industriale. Hanno solo lasciato capire che la possibilità di una vendita è reale”. Fegatelli manterrà, per quanto riguarda il suo sindacato, la massima attenzione e vigilanza.

COSA DICEVA LA FIOM – Lo scorso 8 agosto, la FIOM diffondeva una nota, che è utile ora ricordare: “Ieri sono terminate le Assemblee sindacali alla MICRON di Avezzano. La scelta strategica della “corporate” di uscire dal settore dei sensori d’immagine su supporto 200 mm, crea preoccupazione rispetto al futuro dei Lavoratori della seconda fabbrica più grande d’Abruzzo. Durante le assemblee è stato sempre più evidente il disagio mostrato dai
Lavoratori. C’è bisogno di molta più attenzione da parte di tutte le istituzioni abruzzesi e
nazionali verso una vertenza che non ha precedenti nel nostro territorio. Questa vertenza, rispetto alle altre in passato, deve fare i conti anche con il quadro legislativo modificato dalla legge Fornero, in particolare sugli ammortizzatori sociali.
Anche a causa di questa riforma diventa sempre più importante individuare delle soluzioni industriali e occupazionali credibili. La Micron, presente in questa nazione con altri insediamenti, deve farsi carico della responsabilità sociale dell’operazione annunciata. Inoltre vannoindividuate adeguate forme di finanziamento pubblico che garantiscanosoluzioni industriali volte allo sviluppo delle attuali attività produttive e al
mantenimento degli attuali livelli occupazionali.
Gli eventuali acquirenti o partner non possono accontentarsi di produrrequanto è lasciato da Micron, ma devono dimostrare una capacità d’investimento al fine di diversificare e ampliare l’attuale produzione dello stabilimento di Avezzano. Per questi motivi c’è la necessità di istituire un tavolo vertenziale presso il MISE con l’obiettivo di supervisio nare quanto sta accadendo e verificare le eventuali soluzioni industriali”.
(Ndr) – Al momento di questo auspicato tavolo non c’è traccia nè notizia.


20 Agosto 2012

Categoria : Economia
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