Civita d’Antino: roghi nei boschi nella ricorrenza della Madonna della Ritornata?


Civita d’Antino – (Foto: l’immagine della Ritornata venerata dai civitesi, i resti di inneschi trovati in altri incendi, un Canadair in azione) – I piromani volevano colpire l’eremo della Madonna della Ritornata, alla quale i fedeli dedicano a fine estate – e quindi in questo periodo di agosto – un’antica devozione? E’ una delle ipotesi per l’incendio che ha ancora una volta devastato (si parla di una quindicina di ettari di bosco prezioso) la zona di Civita d’Antino: focolai disseminati nei boschi, perchè l’incendio fosse, come è stato, distruttivo e potesse lambire i dintorni del santuario dal quale, nei prossimi giorni, come in ogni agosto, l’immagine della veneratissima Madonna viene portata in paese e riportata in serata fino ai 1.150 metri dell’eremo che si trova tra le rocce, nel cuore del bosco. L’incendio ha richiesto, come abbiamo riferito ieri sera, l’impiego di due aerei antincendio del tipo Canadair e l’impegno di vigili del fuoco, forestali, volontari. Fiamme furiose, alimentate con estrema facilità dal sottobosco e dallo stesso bosco di alto fusto, riarsi dopo tanta siccità e pochissime saltuarie piogge. Oggi si vigila perchè l’incendio non riprenda, come spesso accade nei boschi, e c’è un concreto pericolo che le fiamme ritornino.
I boschi della Valle Roveto e di Civita d’Antino in particolare sono da sempre nel mirino dei piromani. L’anno scorso vi fu in incendio enorme, lunghissimo, che distrusse 30-40 ettari di vegetazione e sfigurò l’aspetto solenne e magnifico della zona rovetana, particolarmente ricca di verde, di panorami e paesaggi incantevoli. Il santuario della Madonna della Ritornata, risalente al Medio Evo, arricchito con pregevoli affreschi e da un’immagine della Madonna molto cara a tutti nella zona (fedeli e non fedeli, è la tradizione che conta), è un luogo di riferimento, un luogo simbolo, dall’alto delle sue rocce. Logico pensare che nella mente malata dei piromani costituisca proprio l’obiettivo da colpire. Le indiscrezioni dicono che vi sarebbero piste e sospetti su alcune persone. Gli specialisti della forestale cercano gli inneschi, ma se si tratta di quelli spesso adoperati altrove, spariscono nel fuoco e difficilmente se ne possono trovare i resti. Tutti chiedono e sperano, comunque, che i piromani vengano trovati e puniti, finalmente, in modo esemplare.
In Abruzzo non è mai accaduto, eppure gli incendi infuriano (mai come quest’anno) dal 2007 sempre più grandi gravi, continui, diffusi contemporaneamente in vari luoghi e con diversi focolai. L’ultimo, sicuramente doloso, nella pineta urbana di Roio a L’Aquila: come seguito, solo polemiche, dichiarazioni, precisazioni, sdegni e reciproche accuse. Ma piromani niente. C’è qualcuno che se la ride, evidentemente, mentre qualche volta si sfida il patetico accusando come un capro espitatorio inerme qualche vecchio contadino che brucia le stoppie o i rami secchi della potatura. Sicuramente atti pericolosi, da evitare, ma non certo misteriosi piromani dei boschi travestiti da vecchi villici…


19 Agosto 2012

Categoria : Cronaca
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