Italia, la colpa non è mai di qualcuno
L’Aquila – MATRIOSKE E SCATOLE CINESI QUANDO CAPITA QUALCOSA – Scrive Franco Taccia: “Poco prima che decidessi di scrivere ho letto l’ultimo “editoriale” del Direttore Gianfranco Colacito, dal titolo: che ci fanno i politici….nell’acqua. La lettura ha rafforzato quanto mi frullava in testa.
Ma che c’entrano “matrioske” e “scatole cinesi”? C’entrano, c’entrano perche’ sono la rappresentazione di quanto dice il Direttore. Sia il giocattolo russo che l’idea cinese (stavo per dire lo scherzo) hanno in comune il fatto che andando a ritroso, dal pezzo piu’ grande al piu’ piccolo, si trova praticamente il nulla. Esattamente quanto avviene in Italia in qualsiasi campo o settore o attivita’ che presupporrebbe il massimo della responsabilita’ al vertice.
Invece da noi, tanto piu’ elevato è il livello del personaggio che dovrebbe “guidare il carro” e quanto piu’ elevata, per conseguenza, la retribuzione, tanto meno è percepibile la responsabilita’ del medesimo, specie se le cose vanno male e cioe’ quasi sempre.
Ci fosse qualcuno che dica una volta: è colpa mia, ho sbagliato e siccome non è la prima volta, tolgo il disturbo. La colpa è sempre degli altri e così se in un posto manca l’acqua si arriva a dare in testa a chi ne ha informato l’opinione pubblica, se si scopre una discarica abusiva dopo decenni di occhi, orecchie e naso chiusi, non si sa di chi sia la colpa. Parliamo di terremoto? Nessuno è colpevole di nulla, anzi, l’unico che ha rischiato di brutto è stato Giuliani trattato come fosse una “strega” ; poi escono le intercettazioni telefoniche dove si sente un “qualcuno” ed una “qualcuna” che parlano di comunicati per tranquillizzare la gente (mi sembra la pacca sulle spalle a chi viene buttato nell’oceano senza che sappia nuotare) e si parla pure degli imminenti “giochi del Mediterraneo”. Poi si scoprono deliziose casette in legno , tipo “biancaneve e i 7 nani” spacciate per rifugio dei senzatetto, utilizzate come “bed & breakfast”, si cammina dalle parti della campagna a 50 metri dal fiume e vedi case, ville, villette, tutte poste in zone dove alla minima piena si allaga ogni cosa. Ma è possibile che nessuno le veda (malgrado il tricolore issato al completamento del tetto) prima che siano ultimate, abitate, magari dopo che il parroco piu’ vicino è passato per la benedizione ?
Lo so, il Direttore è partito con l’acqua ed io esco dal seminato. Quindi non dovrei neppure parlare degli spazi verdi del “progetto C.A.S.E. di Gignano o delle aree destinate a verde giacenti nei pressi delle varie lottizzazioni realizzate in Via Piemonte e non solo, e non dovrei dire, anche se le vedo 1000 volte al giorno, che fanno schifo, che l’erba non viene tagliata da mesi, che i cespugli sono alti 1 metro. Non dovrei parlarne perche’ qualcuno di quelli allocati nelle “matrioske” risponderebbe è colpa di tizio o di caio, che non è stata rinnovata la convenzione con la ditta Vattelapesc o il costruttore Cino Matton non ha rispettato quanto prescritto negli oneri di urbanizzazione e, pur avendo finito di costruire da anni ancora non provvede. Come si dovrebbe tacere della palizzata, o staccionata, o transenna posta a protezione (?) del muro di cinta della Caserma Rossi, talmente malridotta che quanto prima cìè il rischio di vedere le transenne che proteggono la transenna.
Guai a chiedere come mai. La risposta sarebbe sempre: la colpa è di tizio o di caio, dobbiamo fare questo e questo ancora.
La mia risposta invece è ovvia e la ometto solo per eccesso di educazione.
(Ndr) – A nostro piccolo e modesto avviso, il grave, ciò che offende, è che sui temi delicati (politicanti a gestire l’acqua e tante altre situazioni) non c’è mai una risposta, una considerazione, una spiegazione da parte dei politici. Magari dicessero: è vero, lavoriamo per cambiare. L’impressione è diversa: è che dicano sogghignando: “Tanto, chi ci tocca? Cosa volete contare voi piccoli rompicoglioni con i vostri articoletti insensati e maliziosi?”.
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