Ci risiamo, ecco il pasticcio Perdonanza
E’ scritto da qualche parte (proviamo a rileggere anche la Bolla del perdono, non si sa mai…) che ad ogni Perdonanza, debba saltare fuori un pasticcio. A nessuno viene mai in mente che forse il comitato non è proprio un modello di razionalità , coerenza e organizzazione operativa? Stavolta è il pasticcio Cocciante. Settimane fa viene fatta filtrare (solo ai mass media amici, come sempre) la notizia: concerto di Cocciante. Che meraviglia. L’altro ieri il comitato comunica (solo ai mass media amici) che non se ne fa nulla. I soldi non bastano. Parte la spasmodica ricerca di un’alternativa, ma, fino al giorno 18, pare non se ne trovino. Bordate di insulti e commenti (giustamente) feroci su Facebook, e così via come ormai è consuetudine.
Evitiamo polemiche e malizie. Diciamo solo che da sempre si sapeva che c’erano pochi soldi disponibili, con cui pagare i conti. Da notare che, in questi anni, i conti si pagano mentre prima per anni nessuno pagava nessuno e si andava avanti tra trucchi, imbrogli, fregature, vertenze giudiziarie, liti. Una vergogna. Un’aquilanata penosa.
Inizialmente si sapeva che Cocciante non avrebbe percepito cachet personale, ma si dovevano comunque pagare le spese vive. Come è giustificabile il fatto che nessuno abbia avuto l’idea di informarsi sui costi di tali spese vive? Che razza di organizzazione armeggia dietro al palcoscenico della Perdonanza? Augurandoci e augurando alla città che si possa rimediare (per salvare l’immagine, ancora una volta strapazzata), auspichiamo che da quest’anno in avanti pasticci del genere non accadano più. Ci mettano un ragioniere, un semplice contabile, a fare le cose. Avrà l’intelligenza di informarsi su quanto costa l’oggetto esposto in vetrina, prima di comperarlo. Come fa qualunque persona dotata di un raziocinio ordinario, mica da Einstein.
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