Ospedale, e adesso chi pagherà ?
Chieti – (di G.Col.) – INCREDIBILE: ZAVATTARO DICE IN TV CHE TUTTI SAPEVANO DEL RISCHIO – Come dal vuoto quantistico ipotizzato dalla scienza balzò fuori l’Universo con il big bang, in Abruzzo spuntano dal nulla storie di ospedali e di sanità che suscitano un dubbio, almeno. Ci siamo o ci facciamo? L’ospedale di Chieti, che una perizia giudiziaria dichiara a evidente rischio sismico (guarda il caso beffardo, in Val Pescara due giorni fa ci sono state due scosse sismiche generate dal sottosuolo del monte Morrone), era un eficicio “notoriamente” a rischio sismico.
Insomma, lo sapevano (o dovevano saperlo e se ne sono infischiati?) tutti: prefetti, sindaci, politici vip e non vip, provincia, regione, genio civile, provveditorato alle opere pubbliche, naturalmente la sanità regionale. Tant’è vero che sono stati carotati muri e pilastri, erano previsti interventi per la sicurezza, sono stati erogati e spesi soldi. Pubblici, regionali, dunque tutti sapevano.
Non scopre niente, quindi, il manager della ASL, Zavattaro, che oggi in tv ha dichiarato… la verità . Sì, lo sapevano tutti che c’era il rischio di chissà che in caso di terremoti. Ma il trasloco di tre reparti, aggiunge Zavattaro, non lo facciamo, aspettiamo che a pronunciarsi sia la Protezione civile. Fose, pensa il manager, tecnici ed esperti della PC sono più bravi di quelli spediti dal tribunale e – non si sa mai – potrebbero anche sentenziare che il rischio è sostenibile, quindi niente traslochi… Zavattaro ha anche ricordato che era in gestazione un intervento per tutte le strutture, una messa in sicurezza, insomma. Bisogna solo trovare i soldi e passa la paura. E’ stata gettata lì una ipotesi di spesa: cinquanta milioni. Ma forse intendono tanti soldi, per rifare tutto il Santissima Annunziata, bello, nuovo e antisismico. Già , il problema è tutto qui.
In questa vicenda allucinante, balzata fuori dal nulla (non quantistico, ma della politica abruzzese in cui siamo vissuti per decenni tra ruberie, imbrogli, pasticci, carte occultate, arresti eccellenti, affari e lucri smodati), a non sapere e capire più nulla è il povero cittadino, già strangolato da aumenti e rincari, alcuni dei quali riguardano il diritto alla salute: la sanità .
Lo stato di obnubilazione delle menti dei cittadini nasce da una domanda: ma da chi e quando è stato costruito questo ospedale che si scopre trampo e traballante? Forse nel lontano medio evo, o qualche anno fa? Chi elaborò progetti, finanziò spese faraoniche, affidò incarichi e appalti, e collaudò? L’Abruzzo è terra sismica e ballerina da sempre, lo dice la storia, lo dice la geologia, lo dicono esperti e sismologi, lo dice la serie di terremoti che ha sempre afflitto questa nostra terra amara, colpendo tante città e anche Chieti. Ma a Chieti è stato costruito un ospedale inadeguato, a 14 piani, insicuro, come lo è pare anche quello di Sulmona, mentre a L’Aquila si è raggiunto e superato ogni limite: montagne di soldi per il San Salvatore, fiori di progettisti, ingegneri, scienziati, imprese, e poi l’edificio è parzialmente crollato per il terremoto. Quello dell’aprile 2009 che causò danni e problemi… anche a Chieti!
Questa è una delle storie da urlo che ogni tanto spuntano in Abruzzo, provocano qualche titolone sui giornali, qualche sdegno o sdegnetto tardivo, e sono seguite da silenzi. Andare a rimestare il passato, ma lasciate perdere… Piuttosto, troviamo un altro ben pacchetto di millioni per rimediare. Chi ha avuto, ha avuto… La gente di Chieti certo no: ha solo dato. Chi sa cosa ne pensano l’energico sindaco Di Primio, il saggio presidente della provincia Di Giuseppantonio, i politici che contano (Di Stefano è un senatore di Chieti) e i regionali teatini che siedono alla corte di Gianni Chiodi. Il quale perderà il sonno per quest’altra grana. La sanità è cosa regionale.
Alla fine, pecunia non olet, il denaro non puzza. Con quello si rimedia a tutto.
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