“Crisi acqua, sanzionare i responsabili”
Lanciano – (Foto: tanta neve all’inizio dell’anno, niente acqua in estate) – Per il Comitato Acqua Bene Comune Lanciano Ines Palena e Amanda de Menna scrivono: “Rubinetti a secco: il Comitato punta il dito sui responsabili e prende le difese dei cittadini. Le gravi interruzioni del servizio idrico dei giorni scorsi ripropongono le molteplici irrisolte problematiche che affliggono il bene acqua e che, come sempre, si riversano ai danni dei cittadini. Afferma Ines Palena, referente locale del Comitato Acqua Bene Comune: “ L’esasperazione della gente, manifestata sui forum, social network o per la strada, chiarisce quanto le inefficienze nella distribuzione dell’acqua sia diventata insostenibile, con situazioni paradossali in alcune contrade come Rizzacorno, Villa Elce, Villa Paquini, Santa Rita, Re di Coppe. Non si tratta solo dell’emergenza di questi giorni, ma di una situazione che si protrae da anni, con un inaccettabile ed ingiustificato razionamento dell’acqua, persino durante il giorno oltre che la notte. Vogliamo fare chiarezza sul fatto che in Abruzzo di acqua ce n’è in abbondanza, non siamo in emergenza idrica perché abbiamo, fortunatamente alte montagne con abbondanza di sorgenti e falde freatiche. Oltretutto le copiose nevicate di quest’inverno hanno rimpinguato notevolmente le riserve idriche, per cui avremmo dovuto avere un’estate priva di problemi. La verità è, come ormai si va ripetendo da anni, che sono le reti idriche a far letteralmente ”acqua”da tutte le parti, con perdite attestate attorno al 50%. Ricordiamo che gli investimenti programmati nel precedente Piano d’Ambito dell’ATO n° 6, come abbiamo più volte denunciato, sono stati realizzati per appena il 6% di quanto previsto! Ciò è sufficiente per spiegare per quale motivo, ad oggi, ci troviamo ancora con reti di adduzione malfunzionanti e strutturalmente carenti.”
A questa situazione non sono affatto estranei i sindaci, proprietari delle reti in quanto soci al contempo della ISI s.r.l. e della SASI s.p.a. (rispettivamente società del patrimonio e società della gestione), per cui dalle decisioni assembleari dipende in pratica la responsabilità delle scelte gestionali e dell’amministrazione del servizio idrico. Aggiunge Amanda De Menna, referente regionale del Comitato: ”Da anni si trascina una situazione paradossale che vede il bene acqua strumentalizzato per giustificare la contemporanea presenza di inutili strutture amministrative, costose di per sé e non in grado di assicurare l’unico servizio che è quello della “captazione, adduzione e distribuzione”. Come confermato anche dai risultati referendari sull’acqua pubblica non è consentito lucrare, né operare speculazioni di tipo imprenditoriale mediante la moltiplicazione delle competenze. Per giunta, oltre alle società ISI e SASI, sopravvivono contemporaneamente gli ex Ato, oggi commissariati, assieme ad un Ato unico regionale (anche questo commissariato) e agli enti in via di costituzione (ASSI ed ERSI), previsti da una legislazione regionale non più conforme né alla giurisprudenza della Corte costituzionale né alle più recenti normative nazionali sull’acqua e sui servizi pubblici. Si tratta solo di una parcellizzazione delle competenze ed una moltiplicazioni di poltrone ben pagate, che non corrisponde ad un aumento della qualità dei servizi. Per giunta è stato di recente approvato un Piano d’Ambito che ha rivisto il rincaro le tariffe per gli utenti e che, nonostante l’esito referendario, vede ancora l’applicazione in bolletta, illegittimamente, la cosiddetta “remunerazione del capitale”. Per questo il Comitato Acqua Bene Comune ha intrapreso la Campagna di Obbedienza Civile per restituire, ai cittadini, anche instaurando un’apposita class-action, le somme trattenute senza titolo dalla SASI. Allo stesso modo il Comitato verificherà in questi giorni la possibilità di esercitare azioni giudiziarie a tutela dei cittadini che hanno subito i disagi più importanti a causa dell’interruzione dell’erogazione dell’acqua”.
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