Ferie d’agosto, la triste parsimonia
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – FINITI I TEMPI DEGLI INGORGHI E DEGLI ESODI. OGGI COCOMERO E ARROSTATE IN GIARDINO – (Foto del freelance Michel Raho: Pescara, spiaggia prima deserta e poi affollata per mangiare panini sotto l’ombrellone – Animazioni negli stabilimenti Apollo e Gilda, che si sono dati da fare) – I notizianti da un luogo all’altro portano sempre le medesime melanconie cronistiche: turismo in calo, alberghi vuoti, percentuali a due cifre con il segno meno davanti. Ora si spera, per L’Aquila almeno, nientemeno che nella ricostruzione data per imminente fin da settembre. Arriverà gente, si bisbiglia, e si insedierà negli alberghi. Comprerà , mangerà , prenderà caffè, farà il pieno. Insomma, spenderà in città e nel cratere.
Nel frattempo viene descritto come esaurito anche il turismo delle macerie: la gente che arrivava la domenica per fotografare città dirute, alberi cresciuti in mezzo alla strada (via San Marciano) oppure tra le rovine di via Sallustio. Prendeva un caffè, spremeva qualche lacrimuccia, diceva la solita frase: “Trovo tutto peggio dell’anno scorso. Non è cambiato niente… Ma quando ricostruiscono?”.
In altre zone, sperano in una “stagione congressuale” che, a dire il vero, non è mai esistita in Abruzzo, perchè nessun cervellone preposto al turismo l’ha mai concepita, e neppure ricopiata pari pari da Rimini. Quanto agli albergatori, sanno organizzarsi come intimi nemici, carissimi parenti-serpenti, più per nuocersi a vicenda che per unirsi facendo una forza. Fanno parte del paesaggio, ne sono gli inquilini.
FERRAGOSTO 2012 – Ma lasciamo perdere le tristezze nostrane, almeno oggi 15 agosto, giorno in cui, a serata inoltrata, si può dire approssimando validamente che finora le ferie d’agosto (quelle inventate sotto l’imperatore Augusto nell’afa romana incline a bagordi e orge scollacciate) si sono trascinate con triste parsimonia, tra livori, isterismi assortiti e tristezze familiari e giovanili.
COCOMERO INDICATORE ECONOMICO – Deduciamo il tutto da due elementi di fatto. Cocomero a 9 centesimi in centri commerciali aperti persino oggi, e corposi acquisti di carni e salsicce, agnelli e bistecconi argentini o irlandesi. Direte: ma che razza di spunti informativi sono?
Sbagliate. Lo sono. Il cocomero per tutta l’estate è andato alle stelle, come vendite. L’unico frutto che si è venduto molto. Perchè costa poco, gonfia, sazia, è allegro. Un centro commerciale (Val Vibrata di Colonnella) ha riempito i giornali con pubblicità impattante: anguria a 9 centesimi e salsicce a 29,9 centesimi “solo il 15 agosto”. Un successone. Ora non è che uno compera cocomeri, se intende partire per le ferie a Ibiza… I grandi acquisti significano che i più restano a casa e si abbuffano con economici fettoni bianchi rossi e verdi, gocciolanti e rinfrescanti, a 9 centesimi al chilo. Più triste parsimonia di così…
SALSICCE E BISTECCHE – Dal macellaio, a L’Aquila, Paiper Ferella sulla 80, scopriamo dal titolare Roberto (gentile ed efficiente, carne di ottima qualità ) che lo smercio di carni è andato molto bene, dall’agnello alle salsicce, appunto, e ad ogni altro taglio di carne. Magari costa più del cocomero, ma la carne significa senza ombra di dubbio che la gente se n’è stata a casa, per Ferragosto.
Grigliate, arrostate, grill all’aperto, quel che volete, ma a casa o al pic nic in giardino. Massimo, la gitarella a Campotosto, sempre con grigliata mista incorporata. Massima economia. Una signora sofisticata dai pantaloni alla sceicco stretti sui fianchi e sui glutei (c’è un motivo: bellissimi) sussurra flautata: “La tua carne è veramente buona, me lo dicono tutti quando vengono a mangiarla a casa…”.
E anche questa riaffermazione del grill è una triste parsimonia ferragostana.
IL CENTRO, 1987 – Un tempo, leggiamo sulla riproduzione del Centro del 1987 sul Centro di oggi, a Ferragosto l’Italia chiudeva e milioni intasavano le strada e le spiagge. Ovunque tutto esaurito ed esaurimenti anche nervosi negli ingorghi autostradali. Sembra un film, ma è cronaca di altri tempi, quando craxiani e non craxiani erano ricchi o credevano di esserlo, ma comunque spendevano e spandevano come nababbi. I nababbi, oggi, sono a Dubai più ricchi di prima… Ma un momento. E col petrolio come la mettiamo?
BENZINE – Maluccio. La gente è stufa di lasciarsi spremere da malefici petrolieri due giorni prima di Natale o di Ferragosto, con l’immancabile aumento. Oggi risponde come il geometra con utilitaria del quartiere di qualsiasi città : “Aumentano i prezzi? Ci si affoghino con la loro benzina. Non faccio il pieno nemmeno a Ferragosto. Sto a casa o vado in bicicletta”. Sentito dire anche in molte interviste tv. Il mondo cambia, altro che Ferragosto: tenetevelo, mi porto un panino e me ne sto sulla spiaggia libera, affollatissima quest’anno. Altro segnale.
OMBRELLONI AL PANINO – Chiudiamo con la cronaca. Pescara, spiaggia: alle 10 di questa mattina 15 agosto, non c’è quasi nessuno, alle 10,30 arriva l’orda dei bagnanti e si riempie l’arenile. Alle 13 tutti sono l’ombrellone a mangiarsi la pasta “stufata”, l’insalata, l’arrosto e il cocomero. Mica pochi, migliaia. Che sintomo urlante! Che vuoti apocalittici in ristoranti, pizzerie, localetti sulla riviera, pub. Che desolazione nei bar di spiaggia che il caffè a 1 euro lo spacciavano dal 2011, e un’acqua minerale pure a 1 euro (al bicchiere di plastica, sa com’è, è per l’igiene…) la rifilavano pure nel 2010. I vecchi delle nostre montagne sassose e pecorali dicevano, seduti tra rovi e rosolacci: >”Lo bruttu è quannu la regola ce se mette da sola…”.em>
Adesso un sonnellino, in attesa dell’onda di calore, sognando di avere vent’anni e di imbarcarsi su un brigantino, senza la valigia per tornare, solo pensieri e sogni di altrove lontanissimi. Peccato non averlo fatto. Viaggeremo più veloci della luce, e il tempo tornerà indietro, con tutti i suoi carichi di illusioni, fantasie, fregature e balle. Ma non ancora accadute…
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