Pensieri poco politici su una città ferma


Una città antica e colta non ha futuro se non e’ allo stesso tempo dinamica e innovativa. Gli unici interessati ad un proprio futuro non possono che essere gli aquilani ma deve emergere il bisogno collettivo di sopravvivenza. Per farlo emergere bisogna essere consapevoli del momento irripetibile e senza ritorno che deve servire non per i personalismi fini a se stessi ma per pensare e realizzare una città nuova grazie alla solidarietà di tutti gli italiani. Quelli che a proposte di dare una vocazione e una funzione alla città utile alle circostanze rispondono con la facile affermazione “…ma Costa Masciarelli e’ quella, che vuoi cambiare?”, purtroppo mancano di quella profondità e quella visione d’insieme che in tre anni avrebbero già inciso profondamente sul nostro presente. Ma anche questo modo di pensare e’ un dato di fatto da portare in squadra nella speranza che prima o poi, godendo dei benefici collettivi e abbandonati i rigidi schemi culturali, possa avere una qualche utilità. Insomma, siamo tutti sulla stessa barca. Nel rugby, metafora di vita, non basta calciare la palla in avanti per dire di aver fatto dei passi in avanti. Serve il possesso della palla e la capacita’ di gestire le terze e le quarte fasi pur di fare un centimetro in avanti nel campo con tutta la squadra a sostegno. La meta potrebbe arrivare solo alla fine della partita ma l’avversario non deve averne già fatte due altrimenti pure se ne facciamo una abbiamo perso. Dobbiamo passare dalla politica dei Paolini famosi per la bellezza riflessa da un altro monumento o da evento come il terremoto ad una politica di una città intera con una direzione ben chiara verso un obiettivo. La politica e’ fondamentale perché solo grazie a lei i freddi ed astratti tecnicismi si calano nel particolare e vanno a costruire sui vari problemi emergenti le soluzioni su misura. A volte la politica deve essere in grado di correggere la forza di gravita’ della massa che vorrebbe tutto e subito. Ai cittadini che vivono la città, conoscendo la variabilita’ del vento, non interessa il colore della politica bensì interessa la capacita’ della stessa di saper leggere il contesto, di pensare una posizione della città nel contesto sempre più globale e di porre in essere tutte le strategie ed azioni conseguenti per creare il massimo beneficio nel medio lungo termine per tutti i suoi cittadini. Una politica capace di creare le condizioni ideali per lo sviluppo e il benessere del territorio piuttosto che intrusiva negli affari e nelle scelte  imprenditoriali dei privati. Una politica che pensa allo sviluppo delle infrastrutture piuttosto che ai concorsi senza esami ed alle selezioni all’interno dei call center. All’interno di questo quadro poi, ognuno con il proprio talento, avrà la possibilità di esprimersi nelle varie arti e discipline della vita sapendo di aver fatto il massimo anche per la propria comunita’. Senza questo quadro di base sara’ difficile nascondere ai futuri cittadini il fallimento di una generazione che, nonostante il momento difficile e le diversita’ degli interessi presenti nella comunita’, non ha comunicato, non si e’ posta un obiettivo storico superiore alle parti, ma che purtroppo e’ stata abbagliata dalla notorieta’ storica a tutti i costi e risucchiata dalla tentazione dell’apparire tutti dei benefattori e dei benemeriti della comunita’. Le foto ed i video dei concertini, delle onorevoli iniziative culturali e delle inaugurazioni di strutture provvisorie che in tanti scalpitano a fare pensando di diventare benemeriti serviranno ai posteri per capire bene chi ha minato il futuro di una città antica e colta e per non commettere gli stessi errori. 



12 Agosto 2012

Pier Paolo Visione  -  Dottore Commercialista e Revisore legale in L’Aquila

Categoria : Editoriale
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