Olivero vicino al popolo terremotato
L’Aquila – Alessandra Circi scrive: “Con ottimismo e buona speranza Ernesto Olivero fa sentire la sua vicinanza al popolo abruzzese: “dall’Aquila verrà fuori una grande novità – ha dichiarato – e noi vi aiuteremo a suscitarla dall’interno”. Fondatore del Sermig (Servizio Missionario Giovani), nato a Torino nel 1964, Olivero ogni giorno opera per sconfiggere la fame attraverso opere di giustizia, far prevalere la solidarietà verso i più poveri e dedicarsi ai giovani in difficoltà, percorrendo insieme le vie della pace. Giovani alla ricerca di umiltà e credibilità, coerenza e verità, pronti ad essere protagonisti di una grande rivoluzione: “diventare pietre angolari”, convertendosi, imparando a compiere sacrifici non per le cose futili ma per cambiare e dare un senso profondo alla propria vita, per combattere i “non valori”, per diventare i Giovani della Pace. E l’Arsenale della Pace “monastero metropolitano aperto 24 ore su 24”, è un importante punto di riferimento che dà, dona “qualcosa di buono attraverso la riflessione, la preghiera quotidiana, le esperienze”, come ha sottolineato lo stesso Olivero, che ha aggiunto: “l’Arsenale ha anche sapore d’Abruzzo”. Perché quel 6 Aprile, nel cuore della notte, arriva la telefonata di un giovane abruzzese conosciuto a Torino. E il ricordo fa ancora tremare la voce, commuove ed emoziona ancora. Ernesto Olivero subito dopo il terremoto si è recato all’Aquila unendosi al nostro dolore con la preghiera. In occasione della Perdonanza è di nuovo tra noi, a comunicare la necessità del perdono per far camminare la pace, ma anche perché legato ad una città che vuole aiutare a far risorgere; perché da sempre affascinato dalla figura di Celestino V, di cui cita una frase che lo fa commuovere ancora una volta: “a fin di bene esiste solo il bene”; perché sa che i giovani aquilani sono il Bene attraverso cui ricostruire la normalità”.
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