“800.000 € non sono noccioline…”


L’Aquila – Franco Taccia invia la seguente lettera aperta “a chi dovrebbe amministrare” : “Come era facile prevedere, dopo il silenzio e l’immobilismo del prima, arrivano i soliti comunicati e le solite cifre sui danni (peraltro sballate). Gli amministratori (?) dovrebbero sapere che oltre a calcolare i costi di un eventuale rimboschimento dovrebbero avere la capacita’ di informarsi su quelli dell’intervento “in emergenza”.
Confesso che anch’io non li conoscevo (salvo che la mia ignoranza in materia e su tanto altro ancora non arreca danni alla comunità) e allora ho preso il computer, che oltre a permettere a qualche “zuzzurellone” di trastullarsi sul posto di lavoro, consente di accedere a conoscenze che qualcuno dovrebbe possedere come bagaglio “a prescindere”.
Bene, anzi male, perche’ gli 800.000 euro preventivati per ripiantare gli alberi sono noccioline se si pensa che ogni intervento di un Canadair costa oltre 2.500 euro l’ora e che uno solo di questi bestioni costa la sciocchezza di 20.000.000 (VENTIMILIONI) di euro, con i quali anche il “principe” dei dissipatori riuscirebbe ad organizzare un’opera dii prevenzione per tutto il Parco della Sila, per un periodo di 10 anni come minimo.
Poi, sempre grazie al computer (anzi grazie alla competenza del Prof. Federico Valerio, chimico ambientale dell’Istituto tumori di Genova), si scopre che un “biotrituratore semovente” (non è una parolaccia, tranquilli) costa 2.500 euro. Gia’ ne aveva parlato un lettore ed allora, pur non essendo un “pubblico amministratore” mi sono informato a fondo. Sono dei mezzi che triturano le ramaglie e le predispongono al compostaggio. Mezzi che, è sempre il Prof. Valerio che lodice e non dubito delle sue parole mentre per quelle di altri di dubbi me ne vengono tantissimi, potrebbero essere dati in dotazione ai 3.295 comuni montani esistenti in Italia con ovvi vantaggi.
E’ evidente che qualche genio, adesso, non sapendo che dire, affermera’ che nel caso di Roio la “cippature” delle ramaglie non avrebbe evitato il’incendio.
Faccio quindi opera di prevenzione (questa parola mi ricorda qualcosa) dicendo che volevo solo fornire un piccolo esempio di come si puo’ utilizzare bene il denaro prima anziche’ gettarlo al vento (anzi al fuoco) dopo.
Purtroppo resta il fatto che L’Aquila fa sempre parte dell’Italia, di quel Paese cioe’, nel quale è normale che il capo dell’INGV sia uno che ha il diploma dell’Isef (anche Francesco Rocca, il mitico KAVASAKI, terzino della Roma tanto tempo fa, ha fatto l’ISEF ed infatti fa l’allenatore di calcio) o dove l’ex ministro Matteoli, responsabile del dicastero delle Infrastrutture, è ragioniere.
E qualcuno dira’ che ci sono i collaboratori che sono esperti. Come quello che ha detto alla Gelmini che era stato fatto un tunnel da Assergi alla Svizzera”.


08 Agosto 2012

Categoria : Cronaca
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