Ogni estate siamo ostaggi del fuoco e dell’acqua, politica e incapacità i colpevoli


L’Aquila – LA REGIONE PRENDA DECISIONI DRASTICHE SULLA GESTIONE IDRICA – GIA’ SI CHIEDONO SOLDI PER I DANNI A ROIO… – Due degli elementi naturali che secondo un’antica scuola filosofica greca “facevano” il mondo, ci stanno distruggendo. Il fuoco e l’acqua, il primo troppo, la seconda troppo poca. In ambedue i casi ci sono colpe e colpevoli: politica, incompetenza, incapacità di decisioni drastiche e coraggiose. Non la natura. Infatti, sotto i nostri piedi in Abruzzo ci sono mari e fiumi di ottima acqua dolce. Nella zona di Bussi, ci dice un ingegnere idrico, sotto terra scorre un vero fiume naturale. Nelle notti più tranquille e silenziose, qualcuno dice di averne percepito l’ovattato rombo continuo. Comunque l’acqua c’è, tant’è che molti pozzi attingono lì.
LA SICCITA’ E LA MALAGESTIONE IDRICA – Ogni estate, sempre di più man mano che aumenta la temperatura globale, siamo ostaggi della siccità, delle crisi idriche, delle sorgenti che si esauriscono. Una musica tanto tragica, quanto noiosa, che quest’anno ha raggiunto toni assordanti mentre l’Abruzzo del turismo si sbriciola. Senza acqua, chi volete che arrivi e rimanga? Ma l’assalto è duplice: siamo ostaggi anche del fuoco e dei piromani. Almeno dal 2007.
ACQUA – Ormai è molto chiaro che i problemi idrici non sono naturali, ma dipendono dalla malagestione, dai ritardi dei lavori (molti sono in corso in questi giorni, quasi a Ferragosto!). L’Abruzzo è una terra evidentemente ricca di acqua, ma sottoterra. Quando l’acqua emerge ed entra nei tubi, passa nelle mani di gestioni tenute in piedi solo dalla politica, la peggiore, quella che insedia per peso politico e non per competenza. I sindaci sono esasperati, ma troppo spesso dimenticano che in tempi normali sono loro a tacere sui problemi idrici.
Le reti di distribuzione sono frammentate, bucate, inservibili e disperdono la metà dell’acqua immessa. Non accusateci di ripetere sempre le stesse cose: sono anni e anni, sicuramente una quindicina, che ogni estate siamo costretti a ripetere che le reti sono inservibili. Infatti, prima delle calure estive, non cambia mai nulla, non avviene mai nulla. Ci si addormenta sui problemi, sperando che non si evidenzino.
La Regione assuma decisioni drastiche per l’acqua, ma lo faccia adesso, aprendo inchieste, rivelando inettitudini e incapacità, inchiodando ognuno alle sue responsabilità. Quanto agli enti gestori, siano azzerati, i comuni che ne fanno parte alzino la voce. Non si può tollerare un’altra volta che l’estate trascorra, il turismo sia rovinato, la gente soffra senz’acqua se non per poche ore al giorno. L’Abruzzo attende sconcertato che qualcuno assuma delle decisioni, dica qualcosa, faccia qualcosa: una volta tanto, capacità di governare, di fronte all’emergenza idrica che infuria feroce.

FUOCO – L’altra emergenza, il fuoco, la vediamo e la annusiamo tutti i giorni nel fumo, nelle ceneri che svolazzano, nei desolati paesaggi dei boschi distrutti: dal 2007 ad oggi, sono migliaia gli ettari di bosco e verde scomparsi. E nessuno ha visto attuata nemmeno la minima opera di bonifica o di ripristino. E nemmeno di manutenzione preventiva dei boschi. Oggi Roberto Riga parla di almeno 800.000 euro per riparare i danni a Roio. Chi sa perchè nessuno parla di somme molto minori, che sarebbero necessarie per la corretta manutenzione di un bosco, come Roio, specie quando viene spacciato per polmone verde della città e parco naturale. Parco di cosa, dei rifiuti? Della vegetazione secca e velvaggia nel sottobosco? Sta diventando un’arte, una specializzazione, quella di chiedere soldi, soldi, soldi. Pare la canzone di Liza Minnelli…
Abbiamo visto, in compenso, un elicottero antincendio Ericksson (costi stellari, gestione onerosa, ma ottima funzionalità) fermo all’aeroporto di Preturo, mentre bruciava la collina di Roio.
Ci si chiede se la regione dei parchi, con numerose riserve, oasi, boschi, aree verdi protette (il 30% del territorio abruzzese è protetto… ma non dal fuoco), non debba disporre almeno d’estate di mezzi adeguati dislocati adeguatamente sul territorio. Come è possibile che un elicottero antincendio sia in manutenzione… nel periodo più caldo dell’estate, tra i boschi esposti al massimo rischio? Se la manutenzione è poi avvenuta in poche ore, perchè durante il lunghissimo periodo torrido precedente non era stata velocemente effettuata? La gestione antincendio va forse coordinata meglio, impedendo che un Canadair arrivi su un incendio dopo un paio d’ore… Dev’esserci un Canadair vicino ad ognuna delle zone al massimo rischio. E se non bastano i Canadair operativi in Italia, si tolgano le auto blu e sene acquistino altri. Si riducano stipendi e prebene, spese folli e sprechi di risorse, e si acquistino altri mezzi contro il fuoco. Magari con tempi di manutenzione più razionali…


08 Agosto 2012

Categoria : Cronaca
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