Taccuino: Perdonanza, Cialente, Molinari, Provincia


taccuino23ECCO IL DISCORSO che il sindaco Cialente ha pronunciato ieri sera all’apertura della Perdonanza: “Sua Eccellenza Arcivescovo dell’Aquila, signor Prefetto, signori Presidenti della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila, signori Assessori e Consiglieri Comunali, signori membri del Comitato Perdonanza Celestiniana 2009, autorità civili e militari, rappresentanti della Chiesa.
A tutti voi, e a quanti sono convenuti qui oggi, il saluto del Sindaco e della Municipalità aquilana tutta.
Un saluto particolare al Commissario per l’Emergenza Sisma Guido Bertolaso, al vice Commissario Bernardo De Bernardinis, ai vice Commissari per la Ricostruzione Sergio Basti e Luciano Marchetti e ai Vigili del Fuoco, i nostri angeli.
Un saluto, che vuol essere un abbraccio ideale, a tutti i cittadini aquilani.
Si sta per aprire la 715esima edizione della Perdonanza Celestiniana. Un’edizione particolare, di dolore e di speranza insieme, un’edizione che vuole essere, nel suo significato più vero e più profondo, un segnale di vita e di rinascita.
Una Perdonanza, quella di quest’anno, che contiene il significato di un nuovo inizio, il principio di una ricostruzione che parte dalla singole esistenze, dalle singole individualità, per diventare ricostruzione di un’intera collettività, della propria coscienza, del proprio senso di appartenenza.
Sono passati quasi cinque mesi da quella tragica, indimenticabile notte del 6 Aprile.
Quella notte in cui una forza cieca e assordante improvvisamente sprigionatasi dalla terra, un terremoto risvegliatosi nel suo aspetto più distruttivo dopo trecento anni, ha sgretolato vite umane e palazzi, devastando un’intera città dalla storia millenaria.
Quella notte, in una manciata di secondi, si sono interrotti i sogni, i progetti, le speranze di migliaia di persone, costrette a lasciare le proprie case e le proprie attività.
Migliaia di vite sospese, spezzate, spesso sradicate. Esistenze interrotte.
Raccontate dagli sguardi sgomenti che si leggono nelle foto scattate all’alba di quella tragica notte. Sguardi di sopravvissuti costretti a guardare le rovine delle proprie case e della propria città o del proprio paese. Occhi costretti a piangere i propri cari.
Sono state oltre trecento le vittime di questa catastrofe. Uomini, donne e, in molti casi, bambini, sottratti all’abbraccio dei propri cari.
Trecento persone sorprese nel sonno, inghiottite proprio dal luogo in cui si sentivano più sicure: la loro casa.
Una forza cieca, impietosa, che si è portata via centinaia di giovani vite. Ragazzi che, in molti casi, avevano scelto la nostra città per i propri studi universitari.
Tutti avremo sempre nel cuore il dolore di quel risveglio, insieme con la paura, la rabbia, il drammatico senso di impotenza per non aver potuto proteggere nessuna delle cose o delle persone che più amiamo. Un sentimento che ho vissuto come padre e come amministratore.
Sono Sindaco della città da poco più di due anni. Due anni faticosi, due anni di sacrifici e di lavoro di cui ora, finalmente, contavo di poter vedere il frutto. Il terremoto si è portato via anche questo.
I miei sentimenti, in quei momenti drammatici in cui, ora dopo ora, prendeva corpo la dimensione della catastrofe, erano sospesi tra l’enorme responsabilità del dover gestire un’emergenza senza precedenti e la drammatica consapevolezza di dovermi misurare, insieme con la mia città, con una forza più grande che spesso ci ha obbligato ad arrenderci, a lasciare anche la speranza.
Tutto il mondo si è commosso davanti a quelle trecento bare, il giorno dei Funerali di Stato , trasformati in un evento mediatico dalle immagini rimandate in mille dirette televisive, consegnate alle finestre del web, fissate in milioni di scatti.
A cinque mesi da quei drammatici giorni il messaggio di Papa Celestino V, un messaggio di pace e di concordia, di fratellanza e umana solidarietà per quanti vivono nelle difficoltà e nel dolore, assume un valore più forte e più pregante per tutti noi.
È in nome di quel messaggio, infatti, che dovremo ricominciare.
È sulla base di questi valori e di quell’esempio che dovremo ricostruire la nostra città e le nostre vite.
Solo uniti, solo superando steccati e barriere potremo farcela.

MESSAGGIO DEOL VESCOVO MOLINARI – “La via tracciata da Celestino, attraverso la Bolla del Perdono, attraverso il suo lascito morale e spirituale, è, in questo senso, il percorso lungo il quale dovremo incamminarci tutti insieme.
I giorni che ci attendono saranno difficili e carichi di sfide. Dovremo lottare per la nostra città, per la nostra economia, per la nostra cultura, per i nostri giovani, per il nostro lavoro.
Nessuno dovrà essere lasciato solo. Nessuno dovrà essere privato del diritto a riavere o a ricostruire la propria casa.
Lottare e lavorare per la nostra città, per la sua vita e per quella dei suoi giovani è dunque il senso vero del nostro ritrovarci, nonostante tutto, a celebrare questa ricorrenza, la nostra Perdonanza.
A voi tutti, dal vostro Sindaco, l’augurio di una Perdonanza che sia davvero di pace e di rinascita.
Ai familiari delle vittime che questa catastrofe ha portato con sé l’abbraccio commosso mio personale e di una comunità che in questo dolore si è sentita e si sente profondamente sorella”.
La Perdonanza è ormai vicina. Ma dal giorno del terremoto quante cose sono cambiate nella nostra vita, nella nostra città e nel nostro territorio.
La Perdonanza ci richiama quella indimenticabile estate aquilana, che tornava con i suoi colori, i molti turisti, il senso festoso che riempiva ogni angolo e anche il suo clima così mite, così benefico per tutti.
Oggi la Perdonanza torna, ma vestita della sobrietà che la tragedia ci impone. Tutto sarà molto più semplice, meno sontuoso, meno solenne. Tutto sarà ridotto all’essenziale. Ma la Perdonanza ci sarà. Ed è, senz’altro, una buona notizia.
Per noi cristiani è una buona notizia perché ci ricorda che la storia continua. Perché ci ricorda che Dio non si è dimenticato di questo meraviglioso popolo dell’Aquila e della nostra Chiesa. Perché ci ricorda che anche nelle tragedie più grandi, è possibile, grazie alla fede, resistere alla disperazione, lottare contro ogni tentazione di cedere all’assurdo e camminare nella via della speranza.
San Celestino ci guarda dall’alto. Vede la nostra Passione e il nostro Calvario. Sa tutte le nostre paure. E ci rivolge anche in questa Perdonanza , ancora segnata di lacrime, il suo messaggio: “Confidate nel Signore, sempre, perché eterna è la sua misericordia. Convertitevi al Signore. Soprattutto in questo momento ricordate che è importante amare Dio, ma anche i fratelli.
E per questo chi possiede i beni di questa terra sappia condividerli con gli altri.
Non è felice chi possiede ma chi sa donare e condividere.
Non è importante avere tante case, ma è cristiano aiutare chi non ha più nessuna casa.
Non è importante avere tanti soldi, ma è cristiano condividere con gli altri anche il poco che abbiamo.
Non è prioritario urlare dalla mattina alla sera che lo Stato, o comunque, gli altri, devono fare di più!
E’ più dignitoso e giusto lavorare silenziosamente e alacremente per la ricostruzione, ognuno per la sua parte, contribuendo al bene di tutti. E così tutti vi apprezzeranno ancor di più, non solo per la vostra forza e dignità ma anche per la vostra incredibile laboriosità.
Dal Paradiso guardo la mia bella Basilica di S. Maria di Collemaggio (costruita non con gli aiuti dello Stato, ma con le braccia dei miei monaci), la vedo sventrata, devastata. E ripenso a quel lontano e incredibile giorno di più di sette secoli fa. Il Signore volle innalzare il suo umile poverissimo servo all’altezza vertiginosa di Vicario di Cristo. Ricordo i cardinali, i preti, i monaci, i re, i principi, e tanta tanta folla gioiosa che ringraziavano Dio per il nuovo Papa, per il Pastore Angelico.
Ma quel giorno è passato, quella gloria è durata tanto poco. Io stesso, illuminato dallo Spirito, ho rinunciato al Supremo Pontificato, per tornare nel silenzio della preghiera e nella povertà della Regola di S. Benedetto. Anche allora lo Spirito mi fece capire che tutto passa, che solo Dio rimane. Perché Dio è la Bontà e la Verità infinite. E la Bellezza che non morirà mai.
Ricordalo sempre, amatissimo popolo dell’Aquila. E con l’Aiuto di questo Dio, Signore del tempo e della storia, riprendi subito il tuo cammino, per una storia nuova, piena di Bellezza e di Speranza”.

PROVINCIA – Particolarmente commosso l’intervento di Stefania Pezzopane, ieri sera, all’apertura della Perdonanza, durante il quale la Pezzopane non ha potuto contenere il pianto. Sono due gli appuntamenti inseriti nel cartellone della 715esima edizione della Perdonanza Celestiniana, che si realizzeranno grazie al contributo della Provincia dell’Aquila. Alle 21,30 di sabato 29 agosto nella cornice del Parco della Transumanza, retrostante alla Basilica di Collemaggio, andra’ in scena “La Divina Commedia. I canti di Dante”. Si tratta della versione estiva, costruita per le piazze italiane, di “I Canti di Dante”, tratto da “LA DIVINA COMMEDIA”, spettacolo teatrale basato sull’omonimo capolavoro di Dante Alighieri che ha gia’ conquistato oltre 350.000 spettatori. Nove cantanti e 12 ballerini danno voce e vita alla parola di Dante con le arie piu’ belle ed emozionanti composte da Marco Frisina su libretto di Gianmario Pagano. Lo spettacolo ripercorre l’intera opera di Dante, dall’Inferno al Paradiso, attraverso l’interazione di elementi tradizionali e moderni, corredati da una scenografia spettacolare e da musiche emozionanti, coadiuvate dalla voce del narratore che introduce lo spettatore al meraviglioso mondo dantesco, seguendolo poi nel suo viaggio ultraterreno. La regia e’ di Giancarlo Sforza, mentre la coreografia e’ affidata a Francesca Di Maio. Sempre sabato 29 agosto, alle 23.15 alla villa Comunale si terra’ lo spettacolo “Animammersa”. Lettere dal terremoto, canti popolari, rabbia e dolore degli aquilani dopo il 6 aprile. Lo spettacolo, a cura della Provincia, nasce da un’idea di due aquilani, l’attrice Antonella Cocciante e il musicista Carlo Pelliccione, entrambi del Piccolo Teatro di Rocca di Mezzo. Le lettere sono la testimonianza diretta della gente aquilana che esterna il proprio dolore attraverso un linguaggio crudo e penetrante. Entrambi gli spettacoli sono con ingresso gratuito. “Due spettacoli emozionanti e di altissimo livello con cui la Provincia dell’Aquila contribuisce a questa edizione particolare della Perdonanza- commenta la Presidente- Un’edizione sobria, dolorosa, a cui non abbiamo voluto far mancare la nostra presenza. Si tratta di un momento importante, un primo momento di socialita’ vero della cittadinanza dopo il 6 aprile, da cui ci aspettiamo un segno di rinascita”.


27 Agosto 2009

Categoria : Cronaca
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