Grandi rischi o grande improntitudine?


b5efb50d237fd8361L’Aquila – L’inchiesta sulla commissione Grandi Rischi che si riunì a L’Aquila (palazzo Silone, nel quale si andava tranquillamente su e giù servendosi degli ascensori nonostante le continue scosse) il 30 marzo, sta andando avanti, ora finalmente sulla base di un regolare e formale esposto presentato dall’avv.Antonio Valentini. Fino ad oggi si era andati avanti, come purtroppo capita ed è sempre capitato a L’Aquila, sulla base di chiacchiere, voci, sussurri, indiscrezioni e tentativi di far fare dagli altri ciò che ognuno dovrebbe fare a viso aperto: assumersi delle responsabilità, parlare chiaro, firmare carte. Ciò nonostante la Procura aveva già acquisito documenti e forse verbali circa quella riunione di tecnici, sismologi, esperti, eminenze del settore e della protezione civile. Sette giorni dopo L’Aquila fu colpita da una serie di forti scosse fino a 5,8 di magnitudine locale, 6,3 di magnitudine momento (mw): la sua fine, almeno fisicamente nel centro storico.
La commissionwe Grandi Rischi non ritenne che fosse necessario avvertire la città, magari invitare con calma la gente a trascorrere qualche giorno fuori, esortare chi abitava in edifici pericolosi (erano tanti, cominciando da quelli pubblici poi crollati) a trasferirsi altrove. Sì, esisteva come esiste sempre la possibilità di eventi sismici intensi, ma nessuno poteva prevederli con certezza in relazione agli epicentri e ai tempi. Poi si parlò di probabilità che si usa, ancora oggi, dicono gli scienziati, con dei dati percentuali: in tanti si stupirono della voglia di rassicurare, alcuni parlarono apertamente di sottovalutazione. Altre voci, che non si possono riportare perchè non hanno verifica nè attribuzione, dicevano cose più gravi e lanciavano accuse, diventate poi di fuoco dopo i crolli e i morti.
Oggi la Procura, sulla base, dicevamo, finalmente di un esposto circostanziato e firmato, agisce ed ha cominciato a sentire testimoni su quella riunione e su ciò che vi fu detto e deciso. Avvenne a porte chiuse, è bene ricordarlo, e vi furono poche e concise dichiarazioni di circostanza. Nessuna accusa da lanciare, specialmente oggi con il “senno di poi”, ma il procuratore Rossini vuole saperne di più. E la Perdonanza è una cosa da santi e da mistici: nel mondo secolare chi sbaglia paga (o dovrebbe). Grandi rischi c’erano, ce ne siamo accorti: aspettiamo che ci dicano se ci fu anche grande improntitudine.


27 Agosto 2009

Categoria : Cronaca
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