Politi al Senato accademico
L’Aquila – Il prof. Fabrizio Politi, Dipartimento di Ing. Ind., dell’Inf. e di Economia, ha scritto al Senato accademico e al consiglio di amministrazione dell’Università : “Come a tutti noto, con mio parere dello scorso aprile mi ero già espresso sulla portata normativa dell’art. 2, comma 9, della l. n. 240/2010 e dunque non posso certo meravigliarmi di quanto disposto dal Consiglio di Stato, Sez. VI, che, con ordinanza del 31 luglio scorso, ha respinto l’appello proposto dal Decano dell’Ateneo nei confronti dell’ordinanza emessa dal Tar L’Aquila su ricorso dell’Avvocatura dello Stato.
Ma, aldilà del merito delle due pronunce adottate dai giudici amministrativi (Tar L’Aquila e Consiglio di Stato) nei confronti del decreto del Decano, intendo manifestare il mio rallegramento per la conclusione della vicenda nell’auspicio che si inizi finalmente a discutere delle reali esigenze dell’Ateneo e dei suoi programmi
Si è infatti purtroppo registrato, nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, più di una voce volta esclusivamente a sostenere una delegittimazione del Rettore Di Orio, mentre finalmente due pronunce giudiziarie confermano che per disposto legislativo la scadenza del mandato del Rettore è al termine dell’A.A. 2012/2013. A nessuno sfugge che dura purtroppo da più tempo una campagna di delegittimazione del Rettore Di Orio (come non ricordare – ex plurimis – che già nei primi mesi del 2011 l’attuale Decano, unitamente ad altri colleghi dell’ateneo, invitava l’allora decano prof. Enzo Chiricozzi ad adottare il decreto di indizione delle elezioni negando l’esistenza di una qualunque proroga del rettore in carica?), ma, tralasciando l’esigua – quantunque rumorosa – minoranza interessata solo ad una continua disfida con Ferdinando Di Orio, la domanda da porsi è quella relativa a quale Ateneo intendiamo costruire e in quale Ateneo intendiamo vivere.
La maggioranza del Senato Accademico ha già mostrato piena consapevolezza dei propri compiti, eleggendo un Consiglio di Amministrazione di primissimo livello, con membri che hanno sempre dimostrato grandi capacità e grande senso istituzionale. Il mio auspicio è dunque che si superino inutili steccati personali e che la chiarezza ottenuta con la recente pronuncia del Consiglio di Stato possa servire al ripristino in Ateneo di un sereno clima fondato sul vicendevole rispetto. La (sempre auspicabile) pluralità di opinioni, nei diversi consessi, deve dar vita a confronti che portano all’elaborazione di soluzioni e strategie vincenti per tutto l’Ateneo e non a sterili e astiosi contrasti”.
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