Giustizieri, omaggio a Pasquale Scarpitti

Pescara – (di G.Col.) – “All’Abruzzo… con affetto, itinerari di memoria e di speranza nell’opera di Pasquale Scarpitti“, prefazione di Renato Minore, testimonianze di Cosimo Savastano. E’ il libro dello scrittore e ricercatore aquilano Gianfranco Giustizieri, foto, editore Carabba di Lanciano, presentato al comune di Pescara, presenti il consigliere Di Luzio, il presidente dei giornalisti abruzzesi Stefano Pallotta, lo storico Walter Capezzali, amici, studiosi, giornalisti, ec colleghi, estimatori del giornalista della Rai abruzzese che ha lasciato la traccia più significativa negli ultimi decenni. Pasquale Scarpitti, nato a Castel di Sangro, dove il libro sarà presentato a fine agosto. Nella premessa, leggiamo che Scarpitti spaziò tra narrativa, poesia, giornalismo d’inchiesta, critica d’arte, impegno civile nella promozione culturale.
Renato Minore ricorda “Discanto”, una “piccola storia della nostra regione, dei suoi intellettuali, dei sentimenti (nostalgia, rimpianto, rabbia, asuefazione…)”. A Minore, critico letterario tra i più autorevoli oggi in Italia, anche lui abruzzese, capitò di stare accanto a Scarpitti mentre montava il volume, pezzo su pezzo – dice Minore – come il più amorevole e tenace degli artigiani…”. Anche a noi capitò di frequentarlo mentre preparava il suo libro, e anche quando scriveva poesie spesso amare, sempre belle e limpide.
Giustizieri ha saputo mettere nel suo saggio tutto Scarpitti, con una mirabile capacità ricostruttiva, una dotta ricerca di testimonianze e documenti, traendone il ritratto di un uomo speciale, sensibile come pochi, profondamente legato al suo Abruzzo in cui un uomo è ancora chiamato ” ‘nu cristiane” , e sopravvivono – almeno negli anni lontani in cui Scarpitti visse e lavorò – valori umani, di semplice e genuina cultura popolare. Valori che non escludevano, neppure allora, disincanto e delusioni, che pure appartengono di diritto alla cultura di origine di una popolazione. Valori che l’aspirante ingegnere, e poi matematico e fisico, Pasquale Scarpitti colse con dedizione e intima convinzione. Tra le sue belle iniziative culturali, ricordiamo Sarus, casa editrice (1970) che pubblicò alcune poesie agli amici (così le definisce Giustizieri) dal titolo “La lunga storia di Natale”. Sarus avrebbe dovuto essere, e fu per un certo tempo, punto di riferimento di poeti, artisti, letterati, critici d’arte. Forse troppo per un Abruzzo ancora agli albori come regione unita, negli anni del campanilismo più retrivo e furioso.
Il giornalista Scarpitti, che dava il meglio di sè alla radio (la tv locale era ancora un progetto), dotato fra l’altro di una voce “radiofonica” perfettamente adeguata alla professione del cronista “audio”, era un modello da imitare: corretto, sintetico, capace di usare bene la lingua italiana (oggi sembra un di più, qualcosa di fuori dal tempo…), attento al cuore e al succo della notizia, che in radio è per forza di cose scarna, breve, sintetica.
Giustizieri ha trovato, tra le tante altre cose, nove racconti di Scarpitti o inediti, o pubblicati su giornali oggi scomparsi e introvabili. Sarebbero state le perle di un libro di racconti, la cronaca letteraria di un lungo periodo, dagli anni Sessanta ai Settanta, quando nacque Sarus. Ma soprattutto ha trovato un uomo, un personaggio abruzzesi tra i tanti da recuperare o per molti scoprire. Prezioso il lavoro di questo studioso aquilano, che ha già dedicato volumi ineguagliabili alla scrittrice aquilana Laudomia Bonanni. Ci augiriamo che il suo lavoro sia ancora molto lungo e meticoloso, come è stato fino ad oggi: grazie a lui, la nostra regione appare diversa, e può in molti casi inorgoglirci per esserci nati. Mica esistono solo Silone, Flaiano, d’Annunzio, Sallustio, Titta Rosa, Gentile, Pomilio…