L’incredibile storia della cava di Ofena
Ofena – Scrive Dino Rossi, COSPA Abruzzo: “Cose da pazzi quello che accade nella nostra Regione, per quanto riguarda le cave per l’estrazioni minerarie, dove a finire di intrecciare le cose ci ha pensato la CE con le sue normative, la ex sindaca Coletti con i suoi numerosi ricorsi tra cui quello al Consiglio di Stato e la Regione con dei provvedimenti shock legati al piano cave che non c’è. Intrighi di conflitti di interesse, di poteri economici, di tecnici che passano d’altra parte della barricata. ( i tecnici passati all’altra barricata ne parleremo in appresso con nomi e cognomi, addirittura coinvolti in altre inchieste). Il Cospa, sempre vigile e con l’aiuto di radio stalla, è riuscito ad avere notizie che non sono confortanti per la comunità ofenese , tanto meno per gli operai, per non parlare dei cavatori.
Con una nota del 17 luglio 2012 la Regione Abruzzo nega il sub ingresso alla nuova ditta aggiudicatrice di un bando senza progetto. Tale bando, prevedeva che il progetto fosse presentato alla Regione dopo l’aggiudicazione dell’appalto, approvato dal Comune con delibera di giunta n° 20 del 03-06-2009; ratificata dal consiglio Comunale, convocato due volte, perché nella prima delibera l’amministrazione Coletti fu battuta. Giustamente la Regione Abruzzo ha dovuto attenersi alla sentenza del consiglio di stato, la quale prevede alle concessioni dei bandi pubblici: “Il divieto di proroga tacita delle concessioni all’esercizio dell’attività di coltivazione dei giacimenti a seguito del decorso dell’arco temprarle di venti anni”.
Di conseguenza la Regione ha dovuto negare ai nuovi concessionari il sub ingresso ad una variante di un progetto del 1989 presentato dalla CAVITER, approvato dalla Regione il 3-05-1999, nel quale è subentrato la ditta DI Marzio nel 31-5-2004. A questo punto, Il bando di gara indetto dalla Coletti risulta essere nullo, in quanto privo di progetto approvato. In sostanza si è indetto un bando su una concessione scaduta. L’amministrazione Coletti con il ricorso al Consiglio di Stato ha di fatto annullato il bando di gara indetto durante il suo mandato. Un danno economico di centinaia di migliaia di euro, se si pensa a tutte le spese legali, al mancato introito per le casse comunali e il danno economico fatto alle ditte, sia alla ditta Di Marzio che alla nu ova società, TREDI srl, la quale ha già versato alle casse comunali più di 700.000,00 €. A questo punto, secondo il Cospa, il comune di Ofena per non interrompere l’attività produttive, dovrebbe fare un progetto nuovo, farlo approvare dagli organi competenti, indire un nuovo bando e nel contempo dare la proroga alla Ditta Di Marzio, come prevede al sentenza del Consiglio di Stato, che riportiamo integralmente: “la proroga può essere concessa, esclusivamente con provvedimento espresso, al fine di evitare l’interruzione delle attività in atto, per il solo tempo necessario a consentire l’espletamento della procedura di evidenza pubblica”.Nel frattempo è invitabile un azione risarcitoria nei confronti di chi, in questi anni ha male-amministrato a discapito imprenditori e di lavoratori.
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