Gran Sasso Institute, qualche precisazione
L’Aquila – (di Guido Visconti, foto) – L’ignoranza dei nostri amministratori genera solo danni per la città . Se ne vantano persino nelle parole dell’on Pezzopane: “La realizzazione in città del Gran Sasso Institute e’ una grande opportunità fortemente voluta dal sindaco, da me, allora Presidente della Provincia e, dall ‘onorevole Giovanni Lolli, che già all’ indomani del sisma incontravamo i vertici dell’ INFN per ragionare e discutere di questa grande opportunità che, mano a mano nel tempo, e’ diventata realtà anche grazie all’impulso decisivo che il Ministro Barca ha impresso e al finanziamento del Ministro Profumo e dei fondi Fas. L’amministrazione comunale difende con le unghie e con i denti questa possibilità .
Nelle prime ipotesi questo importante centro di ricerca che , porterà studiosi , ricercatori e docenze di alta professionalità …”
Prima precisazione: da quello che ci risulta il MIUR (Profumo) non ha tirato fuori un soldo perché , purtroppo i 40 milioni (dicasi quaranta) vengono per metà dai fondi della ricostruzione e per metà dalla regione. Sicuramente c’era modo migliore per utilizzare questi soldi, vedi trasporti, ediliza, ecc. ecc.
Seconda precisazione:Perché l’INFN è identificato come l’unico depositario della ricerca scientifica del territorio. L’Università non c’è? O noi dell’università siamo tutte teste di c… Certo stanno parlando di incontri al vertice fra INFN e amministratori locali i quali si dovrebbero chiedere di fronte ad investimenti quali quelli fatti per i Laboratori del Gran Sasso quali sono stati i vantaggi in venti (20) anni per il nostro territorio
Terza precisazione: Non sanno nemmeno di che si tratta . Infatti questo Gran Sasso Institute è una scuola superiore, cioè farà corsi di dottorato come la SISSA di Trieste e la Normale di Pisa. Le cose che producono non portano industrie (piccole o grandi) , turisti, ecc. Producono solo dottorati (che saranno in gran parte i disoccupati del futuro) e lavori scientifici che si leggeranno solo che i li ha scritti (la cosiddetta scienza, cioè cose che fanno gli scienziati). Il primo risultato sarà la fagocitazione dei corsi di dottorato dell’Università dell’Aquila il che metterà al rischio anche la sua sopravvivenza, perché fra quattro anno l’Ateneo non avrà più nessun paracadute.
Forse fra le tante cose sarebbe stato utile metterci la ricerca nel settore della sismologia, dell’ambiente, del risk assessment. Ma figuriamoci se questo interessa persone di scarsa cultura. Stupisce che sia il sindaco, l’ex presidente e l’onnipresente deputato vengano tutti dall’ex PCI. E non vi leggete ogni tanto Zizek, o Lewontin! Dai , dai un piccolo sforzo…
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