Province, c’è chi prova a ragionare


Monti è di parola: province via per più della metà, e Abruzzo rivoluzionato come tutte le altre regioni. Solo che qui la situazione è più problematica. Si tratta di cassare la città più grande, Pescara (provincia solo dal 1927) e una città come Teramo, al centro di un territorio che ha una coerenza e un’omogeneità storiche. E’ una parola… ma c’è, per fortuna, chi prova almeno a ragionare.
Lo fanno il sindaco di Chieti Di Primio e il presidente della Provincia di Pescara, Testa, come potete leggere nella nostra apertura di oggi sabato. Prima di tutto, appelli alla calma e al ragionamento. Niente campanilismi e corse alla rissa. L’Abruzzo ne sa qualcosa, ha ricordi spiacevoli di quando fu scelto il capoluogo di Regione. Una indegna gazzarra fomentata e alimentata da diversi focolai, come gli incendi che bruciano qua e là in Abruzzo in questi giorni. Visto che i tagli ci saranno comunque, tanto vale pensarci su, tentare di accordarsi, non dare tanto peso alle etichette di capoluogo, ma occuparsi di più di un Abruzzo che anche da questa vicenda potrebbe guadagnare qualcosa. In certe occasioni, chi ha sale in zucca, lo dimostri. Tentare di abbattere porte blindate a spallate è inutile: ci si rompe la spalla. Bisogna far buon viso a cattivo gioco. Machiavelli va sempre bene: se il tuo avversario è troppo forte per te, alleati con lui.
In questi mesi l’Abruzzo dovrà dimostrare quanta maturità, quanta saggezza e capacità di mediazione sa sfoderare. Fra venti o trent’anni chi penserà più ad un capoluogo di provincia o di regione? Pescara sarà sempre una gran bella città, vitale e protesa al futuro, se riusciranno a dragare il porto… Teramo una città carina, piena di cose belle, dalla cucina ottima e dalla lunghissima storia. Sul serio, vediamo tutti di ragionare e non di strepitare soltanto.



21 Luglio 2012

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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