Alfedena, da oggi storia e archeologia
Alfedena – UN TESORO STORICO E ARCHEOLOGICO TRA ABRUZZO E MOLISE – L’ANTICA AUFIDENA E LA SUA IMMENSA NECROPOLI – (Foto: un prezioso reperto nel museo civico aufidenate De Nino) – Nella settimana 22-28 luglio Alfedena ritorna ad essere al centro del dibattito scientifico sulla propria storia antica.
Il museo Civico “A. De Nino” aprirà al pubblico le proprie vetrine: archeologi e restauratori racconteranno ai visitatori la storia e il significato dei reperti. Alfedena vuole ritornare ad essere al centro dell’attenzione scientifica italiana ed europea per i suoi reperti archeologici e per la sua storia sannitica e pre -romana.
Il piano pluriennale prevede:
1) la realizzazione della pianta archeologica della zona;
2) la revisione del materiale del museo e il restauro dei reperti esistenti e di quelli a Chieti;
3) la fotografia e il ridisegno di tutti reperti alfedenesi con sistema computerizzato;
4) il passaggio dalla carta archeologica a nuovi scavi per conoscere meglio la storia di Aufidena.
Il piano prevede la partecipazione della popolazione- adulti e giovani – alle attività della settimana per una prima e continua sensibilizzazione della cittadinanza.
Saranno ad Alfenena la professoressa Paola Piana Agostinetti, il Prof. Andrea Cardarelli, il Prof. Alessandro Vanzetti dell’Università La Sapienza di Roma, Dottori della Scuola d’Arte e dei mestieri “Nicola Zabaglia” di Roma Capitale le Dott.sse Erika Iacobucci e Roberta Ciotola del nostro territorio.
Il progetto verrà presentato domenica alle ore 21.30 in Piazza Sannitica
A tutti loro un ringraziamento e l’in bocca al lupo per un nuovo percorso culturale-scientifico ad Alfedena.
AUFIDENA E I SANNITI – Alfedena, l’antica Aufidena, era un’area abitata da popoli di stirpe sannitica. Si trattava di un complesso di oppida (fortificazioni) che controllava l’alta valle del Sangro, le quali dovevano ospitare la popolazione nei momenti di pericoli. Gli oppida si raccolsero quindi intorno ad un insediamento fortificato che al momento della conquista romana andava assumendo un carattere urbano.
Nella località di “Campo Consolino”, si legge su Wikipedia, è stata identificata una vastissima necropoli, con migliaia di tombe, alla confluenza del Rio Torto nel fiume Sangro. Le tombe, indagate solo in parte, sono per lo più databili al VI e V secolo a.C., ma la necropoli era ancora utilizzata, con sepolture di minore ricchezza, nel IV e III secolo a.C. Le tombe sono disposte a cerchio, rispecchiando probabilmente la suddivisione in gruppi gentilizi.
La tracce dell’insediamento fortificato principale si sono conservate nella località della “valle del Curino”, che comprende due cime e una piccola valle tra di esse. Restano tratti delle mura in opera poligonale, un edificio pubblico (chiamato convenzionalmente “Basilica”) e un piccolo tempio. Entrambi gli edifici sono datati ad un’epoca posteriore alla conquista romana.
Mura di fortificazione si sono rinvenute anche nelle località di “Civitalta”, su uno spuntone roccioso che sovrasta l’insediamento di Curino, e forse riferibile ad una fase più antica. Altri recinti fortificati di epoca sannitica sono stati riscontrati a Castel di Sangro e nella località “Selva di Monaco”, presso la sua frazione di Roccacinquemiglia.
I materiali rinvenuti negli scavi ottocenteschi e degli inizi del Novecento erano stati conservati in un museo istituito ad Alfedena (Museo Civico Aufidenate), che tuttavia subì dei furti e vennedanneggiato durante la seconda guerra mondiale: alcuni degli oggetti furono distrutti o andarono dispersi. Prima dell’inaugurazione della nuova sede del museo nel 1999 alcuni oggetti furono esposti in una sede provvisoria del Museo Civico “A. De Nino” ad Alfedena.
Non c'è ancora nessun commento.