Di Primio semina saggezza e “antireducismo” – Testa: “No a colpi di spugna, ragioniamo”
DI PRIMIO: OCCORRE SOLO PENSARE AL BENESSERE DEI CITTADINI – Il governo ha deciso, inutile, anzi dannoso, ridursi a ravvivare polemiche e antiche rivalità populiste e antistoriche. Megli organizzarsi al meglio e guardare al futuro. Così la pensa il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che dice: «Capisco la presa di posizione degli esponenti politici e degli amministratori pescaresi che, a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri approvata nella giornata di ieri, vedono il proprio territorio accorpato sotto altre province: al loro posto probabilmente anche io mi sarei fatto sentire e come. Alla luce, però, della decisione assunta dal Governo, attardarsi su sterili posizioni reduciste o campanilistiche ritengo non giovi a nessuno.
La prima sede istituzionale nella quale noi tutti ci confronteremo sarà la riunione del Cal, il Consiglio delle Autonomie Locali, convocata dal presidente Pagano per l’11 settembre. Lì, però, piuttosto che alzare steccati o sventolare bandierine, tutti dovremo avere la capacità di proporre un progetto di riorganizzazione e di riassetto degli uffici, delle competenze e delle funzioni che già appartenevano alla vecchia organizzazione dell’Abruzzo in quattro province.
La capacità di saper guardare oltre, di non fossilizzarsi su una organizzazione politico-istituzionale ormai sacrificata sull’altare della spending review, ci consentirà di trovare soluzioni e organizzare la vasta area che, a diverso titolo, ognuno di noi è chiamato ad amministrare.
L’obiettivo, assunto che le Province saranno due, ovvero quella di Chieti-Pescara e quella di L’Aquila-Teramo, non potrà che essere quello di migliorare, razionalizzare e ottimizzare i servizi offerti ai cittadini affinché nella nuova Provincia di Chieti-Pescara e nell’intero Abruzzo ci sia una sempre maggiore qualità della vita dei cittadini.
A tal proposito, voglio ricordare che ancor prima della ufficializzazione della riduzione delle province, avendo sempre in mente quale obiettivo quello di rendere sempre più efficienti i servizi in favore dei cittadini, ho proposto, trovando il favore della Regione e di molti sindaci della Provincia di Chieti e di quella di Pescara, la costituzione di un bacino unico del trasporto pubblico locale che comprendesse l’intera provincia di Pescara e l’ area Marrucina, ovvero quella ricompresa fra Chieti, Ortona, Guardiagrele.
Se dovesse essere approvato tale dimensionamento del bacino, tutti i residenti in questa vasta area avrebbero la possibilità di utilizzare un unico biglietto per muoversi, con notevoli benefici di carattere economico ed anche ambientale, riducendosi altresì l’utilizzo delle auto private a beneficio dei mezzi pubblici.
In conclusione, dovendo l’Abruzzo d’ora in poi contare su due sole Province, quella di Aquila-Teramo e quella di Chieti-Pescara, la politica chiamata a gestire e governare questo processo riformatore imposto dall’alto non potrà stare a guardare e men che meno stare a fomentare battaglie populiste, perché fuori dalla storia, che nulla porterebbero in termini di benefici ai cittadini.»
TESTA SULL’ACCORPAMENTO DELLE PROVINCE – Scrive il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa: “La politica abruzzese assume un ruolo decisivo in questa fase di riscrittura della geografia abruzzese. La Regione, i quattro presidenti di Provincia e i parlamentari dovranno ragionare insieme, serenamente e in modo costruttivo, per definire i confini dell’Abruzzo di domani, cercando di rispondere alle esigenze del territorio, senza stravolgere storie e realtà che non possono essere cancellate né mistificate con un colpo di spugna. Per quanto riguarda la mia posizione, assolutamente di apertura al confronto, ritengo doveroso che Regione e parlamentari facciano una sana pressione nei confronti del Governo su quattro punti nodali:
- arrivare ad una definizione delle circoscrizioni provinciali tenendo conto delle caratteristiche e peculiarità dei vari territori sotto tutti i punti di vista e riconoscendo ad ognuna delle attuali Province e a ciascuno dei quattro capoluoghi il giusto peso;
- in vista degli accorpamenti si deve cercare di mitigare i tagli che il Governo continua a imporre agli enti locali e anche alle Province, per fare in modo che nella fase di transizione si eroghino servizi efficienti alla collettività, altrimenti si rischia di mantenere in piedi enti con poteri pieni ma casse vuote;
- definire meglio le funzioni e o i servizi che le Province del domani dovranno erogare, ricordando ad esempio che questi enti svolgono un ruolo fondamentale per le scuole superiori;
- scongiurare il sistema della elezione di secondo grado degli organi politici delle Province, che non rispecchia propriamente la volontà popolare.
Ribadisco che ritengo opportuno che ci sia un riconoscimento della centralità di Pescara, ritenuta da sempre e da tutti il capoluogo economico della regione ma che ora rischia un’emarginazione ingiustificata e ingiustificabile (come altre realtà in Italia), solo per la fretta del Governo di dettare parametri numerici buoni per tutti e per nessuno. La politica abruzzese, di entrambi gli schieramenti, in questo momento può dare una grande prova di sé rappresentando al Governo le esigenze di questa terra. Ciò che mi interessa, a scanso di equivoci, è solo fare in modo che Pescara e i Pescaresi abbiano il giusto peso, avendo conquistato un posto che è oggettivamente di primo piano. Nessuna inutile battaglia di campanile: quelle non servono a nessuno”.
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