“Abruzzo, recessione più che altrove”
Pescara – IL GIUDIZIO PESSIMISTICO E’ DELLA CNA – Non passa giorno che da qualche parte non spuntino dati che parlano di miglioramento e di spiragli di ripresa, almeno nel 2013. Ma sono fonti evidentemente ottimistiche. C’è invece chi snocciola dati e percentuali per niente incoraggianti, capaci di tratteggiare situazioni preoccupanti per tutti. L’economia abruzzese e’ in piena recessione e va peggio di quella italiana. Il confronto negativo e’ anche con il Mezzogiorno: dal 2000 al 2011 l’Abruzzo ha cumulato uno spread negativo in termine di Pil di 5,2 punti percentuali rispetto al valore nazionale e di 1,9 punti percentuali nei confronti di quello del Mezzogiorno. A dirlo e’ la Cna Abruzzo che oggi ha presentato, con il suo Centro studi, uno studio sull’andamento delle imprese abruzzesi nei primi sei mesi del 2012.
Quello che si e’ chiuso a fine giugno, secondo i dati diffusi da Unioncamere ed elaborati da Aldo Ronci per la Cna, e’ il secondo peggior risultato degli ultimi dieci anni per il complesso delle imprese, addirittura il peggiore in assoluto per l’artigianato, sceso ai minimi storici. Per le imprese “in generale”, si tratta di un risultato negativo (-343 unita’), dopo le buone performance del 2010 e del 2011, frutto del crollo senza precedenti del primo trimestre (-1236), compensato solo in parte dalla crescita registrata tra aprile e giugno (+873); per quel che riguarda l’artigianato, invece, con un decremento di ben 559 imprese, il primo semestre del 2012 fa registrare il peggior risultato degli ultimi dieci anni, superando perfino il dato negativo del 2009 (-406). In percentuale, il decremento percentuale delle nuove imprese artigiane e’ stato dell’1,54%, ovvero un valore doppio di quello medio italiano (-0,78%).
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