Agraria e Libera su terreni confiscati
Teramo – (Foto: la sede di agraria) – Le oltre 350 convenzioni della Facoltà di Agraria per tirocini da parte di laureandi e laureati, stipulate con aziende ed Enti della Regione Abruzzo e di altre zone, si sono arricchite di un ulteriore accordo con il Consorzio LiberaTerra che, attraverso una rete di cooperative facenti capo a “Libera: associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, fondata da don Luigi Ciotti, gestisce diversi terreni confiscati alla criminalità organizzata. Lo ha annunciato il preside della Facoltà di Agraria, Dino Mastrocola.
La legge n. 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie prevede l’assegnazione dei patrimoni e delle ricchezze di provenienza illecita a quei soggetti ‒ associazioni, cooperative, Comuni, Province e Regioni ‒ in grado di restituirli alla cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro.
«In 15 anni dalla sua applicazione – ha spiegato Mastrocola ‒ la legge ha permesso la destinazione a fini sociali di oltre 6.500 beni immobili (appartamenti, ville e terreni). Il lavoro sui terreni confiscati, realizzato dalle cooperative di giovani in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Lazio e Piemonte, ha portato alla produzione di olio, vino, pasta, taralli, legumi, conserve alimentari e altri prodotti biologici contrassegnati dal marchio di qualità e di legalità Libera Terra».
«Ogni anno – ha aggiunto ‒ su questi terreni si svolgono i campi di volontariato e di studio con giovani provenienti da ogni parte d’Italia. Dall’integrazione delle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti delle cooperative è nato il Consorzio Libera Terra Mediterraneo che include anche altri soggetti economici, quali Alce Nero, Mielizia, Banca Etica, Coopfond ed Ego-centro».
I prodotti Libera Terra sono venduti in Italia sia direttamente che in tutti i punti vendita Coop, Naturasì e, gradualmente, anche in altre catene della distribuzione organizzata, oltre che nelle Botteghe del Mondo grazie alla collaborazione con CTM – Altromercato e Libero Mondo.
«Attraverso questa convenzione – ha concluso il preside ‒ gli studenti e i laureati in Scienze e tecnologie alimentari, Viticoltura ed enologia e Biotecnologie, oltre a verificare se quanto appreso a livello teorico nei corsi universitari trova riscontro nelle problematiche che si presentano quotidianamente nel mondo del lavoro, possono fare un’importante esperienza di impegno sociale e contribuire alla produzione dei sapori e dei saperi della legalità».
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