E’ morto Torello Bonadonna
L’Aquila – (di G.Col.) – (Foto: via Tre Marie, ex Fleet Street aquilana) – Un uomo gentile, affettuoso e capace di capire gentilezze e sincerità . Torello Bonadonna, giornalista dell’ANSA, è morto ieri. I funerali oggi al Villaggio Olimpico, a Roma. Torello fu il capo della redazione abruzzese dell’agenzia ANSA, quando la sede era ancora a L’Aquila. Siciliano dai mille pregi caratteriali, come tanti suoi corregionali incontrati in giro per il mondo e per l’Italia da chi, come chi scrive, gli fu collega più di tutti gli altri giornalisti. E amico da subito. Più collega degli altri perchè Torello dirigeva l’ANSA, e chi scrive l’agenzia concorrente, l’AGI. Per di più le redazioni erano ambedue nella piccola Fleet Street aquilana, la centralissima via Tre Marie, a pochi passi dalle altre redazioni: il Tempo, il Messaggero. Torello scendeva la mattina verso le 11 dal suo ufficio, e ci si incontrava per due passi sotto i portici, un caffè. Una pausa che spesso durava parecchio, perchè era piacevole trattenersi tra risate, pettagolezzi, scambi di impressioni e magari l’appuntamento per il giorno dopo, per andare insieme fuori sede: un servizio, un’intervista, un impegno giornalistico che riguardava sempre, naturalmente, ambedue le agenzie. Colleghi prima, amici dopo, perchè era facile voler bene a Torello, persona aperta, leale, senza rivalità giornalistica nè voglie di prevaricare. Arrivare per primi sulla notizia, quando capitava, era normale, senza livore. Capitava più spesso a lui, naturalmente, perchè l’ANSA – molto più organizzata e dotata – aveva informatori, collaboratori e corrispondenti ovunque. Quando andò via da L’Aquila, era dispiaciuto e si fece promettere che si si sarebbe rivisti. Così è stato, poche volte, perchè si dice sempre “vediamoci” e poi non capita quasi mai. Ognuno ha i suoi problemi, la sua vita, le sue abitudini: partire, come si sa, è un po’ morire. Ora Torello è andato via, forse verso il mare spumeggiante e ventoso della sua Sicilia che dall’Agrigentino (la sua terra natia) guarda verso l’Africa, abbacinata dal Sole e dalla calura. L’appuntamento delle 11 non c’è più da anni, anzi non c’è più nemmeno la piccola Fleet Street. Tutto è differente, non migliore certamente. Amici e concorrenti difficilmente si può essere, in un mondo arrivista, affarista, inaridito: un collega che arriva non si invita a cena, come facemmo noi, ma si guarda con sospetto e ostilità . Torello, ci vediamo, chi sa quando. Andremo insieme a fare i nostri servizi su una cosa bella, su un evento lieto. Ce ne debbono essere ancora, anche se non sappiamo dove.
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