In consiglio commercio, macerie, emergenza
L’Aquila – Un minuto di raccoglimento,oggi, nell’assemblea cittadina, per ricordare Nello Mariani, spentosi ieri, rievocato con commozione da Marco Fanfani. E poi si rientra nella routine. Consigli comunali sempre più carichi di problemi, talvolta in atmosfera drammatica, più spesso con vistose assenze e banchi vuoti, come avveniva quando L’Aquila c’era, era lì attorno a Palazzo Margherita, distratta, indifferente e un po’ qualunquista come era nel suo DNA. Oggi che L’Aquila è finita in macerie e tenta di esserci di nuovo, stravolta, in aula rifioriscono (si fa per dire) polemiche, scontri, bracci di ferro politici, attacchi al sindaco, discordie tra partiti e soprattutto dentro i partiti, inconsistenza di una vera opposizione. Fa eccezione Enzo Lombardi, capo della commissione garanzia, che anche oggi ha ribadito l’inadeguatezza dell’amministrazione, elencando una serie di mancanze e ritardi.
Gli ha risposto il sindaco Cialente, sempre più provato, sostenendo che la situazione è eccezionale, l’emergenza forse unica al mondo come gravità ed estensione. Almeno tra il sindaco e l’ex sindaco c’è un dialogo, una contrapposizione. Troppo spesso in altri confronti non c’è nulla, solo l’attacco a testa bassa tanto per finire sui giornali.
Il peggio che possa capitare alla città ferita, malata, desiderosa di ritornare in vita ma incapace di programmarsi utilizzando tutte le risorse, tutte le intelligenze, invece di frazionarsi in fazioni, scontri e scontricelli che la riportano indietro, al Medio Evo. I problemi sul tappeto oggi in aula sono pochi ma grossi. Prima di tutto il commercio ambulante. Qualcosa o qualcuno impediscono che il mercato risorga, come chiede il direttore della Confcommercio Cioni, a Piazza d’Armi, con 120-140 punti vendita. Inerzie, indecisioni, incapacità e forse anche potenti frenatori hanno finora azzerato ogni tentativo. Ora si parla di un inizio possibile non appena sarà smontata la vicina tendopoli. Cioni ha promesso che prenderà contatto con i suoi colleghi di Avezzano, per chiarire la presunta “cacciata” di alcuni ambulanti aquilani dalla zona.
L’altro maxi problema sul tappeto oggi è quello delle macerie. Praticamente non si è neppure cominciato a rimuoverle, non si sa dove depositarle nè chi dovrà farlo e a quali costi: solo promesse, annunci a mezza bocca, ma sul piano pratico niente di niente. Gli imprenditori non possono lavorare, gli abitanti chiedono che si cominci, l’estate se ne va. Il primo tentativo di risolvere il problema macerie è finito in un’inchiesta giudiziaria e la revoca della delibera di assegnazione: si parla di lavori per 50 milioni e c’è da sospettare tutto di tutti. Ora il sindaco, sicuramente affranto da questa situazione allarmante e demoralizzante, dice che è difficile muoversi su un terreno regolamentato da norme nazionali, locali ed europee. Ma le macerie ci sono da quasi cinque mesi.Gli esperti che le istituzioni hanno e pagano non sanno uscirne in modo regolare, rapido e soprattutto pulito? Forse seguendo vecchi metodi e abitudini, c’è chi pensa che si possa imbastire un’altra incompiuta?
NELLA FOTO COL STORICA: L’ultimo consiglio comunale a Palazzo Margherita, alla fine di marzo 2009 – Sotto i consiglieri Enzo Lombardi e Franco Mucciante, e Piazza Palazzo com’era ancora nel 2004, prima del taglio degli alberi)
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