6 aprile, riscoperta dei valori dell’uomo?
L’Aquila – Il collega Luigi Marra, su una pubblicazione del Rotary dello scorso 28 giugno, ha dedicato al terremoto del 6 aprile una riflessione pensosa e intensa, unendo al suo articolo quello della non dimenticata Maria Pia Renzetti sulla città “da scoprire”. I nomi dei due colleghi di nuovo uniti come se nulla fosse accaduto, e Maria Pia ne sarebbe felice. Ecco una parte della riflessione di Marra.
“E’ vero. Noi non sappiamo il perché, ma questo “perché” ci deve essere ed anche chi non ha il dono di credere si pone le stesse domande del credente, e forse inconsapevolmente si rivolge alla stessa Entità che non conosciamo ma che sappiamo, anzi vogliamo che esista.
Da secoli, forse già poco dopo la sua nascita, L’Aquila si ammanta dell’appellativo di “Città santa”, quindi non “Città di Santi” per la presenza, diciamo anche costruttrice della stessa civitas, di uomini e donne che poi la Chiesa ha elevato agli onori degli altari, ma essa stessa meritevole di quell’appellativo per come ha voluto e saputo, anche con sacrificio, difendere il suo credo, la sua Chiesa, l’idealità trascendente che, sola, può dare un senso all’intelligente presenza dell’uomo sulla terra.
Dal 6 aprile di quest’anno 2009, gli aquilani si interrogano sul “perché” di un sisma che ha distrutto la loro città, ha portato tanti lutti, ha provocato in tutti angoscia e dolore. Non lo sappiamo, ma, siccome vogliamo credere, a “quest’anno” aggiungiamo con il cuore un “di grazia” che vuole significare fede e speranza, ma anche forza interiore per riprendere il cammino, così che L’Aquila torni a volare più bella e più forte di prima.
Forse non riusciamo mai a sciogliere l’interrogativo che assilla la nostra mente, ma chissà se in effetti non lo abbiamo già sciolto un minuto dopo l’evento? Abbiamo infatti visto riaccendersi in tutti ed i ognuno la luce della solidarietà, della fratellanza dell’animo, dell’amicizia; abbiamo sentito vicino a noi tutto il mondo; abbiamo trovato chi ci dava la spinta necessaria per risalire la china mentre asciugava le nostre lacrime; abbiamo… abbiamo… abbiamo… infinite altre cose, tutte esaltanti, tutte che restituivano il senso di “umano” alla “umanità”. Sarà questo il “perché”? Non lo sappiamo e forse non lo sapremo, ma è stato comunque stupendo toccare con il cuore che certi valori di vita, gli unici valori che alla vita stessa danno significato, esistono ancora e “nell’Anno di Grazia 2009” ci hanno dato la Grazia della loro riscoperta”.
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