Tanto per rinascere, via gli uffici postali

L’Aquila – SI SBARRANO LE PORTA ANCHE A ONNA – 73 uffici postali “minori” saranno soppressi in Abruzzo. A pagare le spese maggiori di questo niovo, dissennato taglio saranno i centri minori delle province dell’Aquila e di Teramo, in cui sono previste ben 60 sforbiciate. Posteitaliane non ne vuol sapere e sopprime gli uffici ritenuti non produttivi. Una logica economica e di risparmio che non si rende neppure conto di quanto si superino i limiti della logica e del raziocinio: tra le chiusure, prevista quella dell’ufficio postale di Onna. Difficile spiegare, far capire (magari ai tedeschi che hanno profuso tanta generosità per la martoriata frazione simbolo del terremoto aquilano) quale sia lo spirito, quale il ragionamento. Sforzi e sacrifici per rimettere in piedi la frazione, per tenerci i suoi abitanti in un modo di vivere civile, accettabile, ma chiusura dell’ufficio postale.
Chi ci sta aiutando potrebbe chiedersi, e si chiederà, se ne valga la pena o anche con chi ha a che fare chi si dedica alla nostra tragedia. Per dirla tutti, la domanda sarà: ma questi sono stupidi o ci fanno?
Noi la risposta ce l’avremmo, ma per carità di patria ce la teniamo. Sperando solo che a Posteitaliane non sia consentito di fare sempre come vuole o come le conviene. Senza guardare in faccia la realtà e neppure la tragedia di un’area terremotata. Preannunciate iniziative politiche, interrogazioni e i soliti sdegni rituali in questi casi. Poi il risultato lo vedremo. Nell’ultima ondata di sdegni e retorica, il bilancio è stato di molti uffici “minori” chiusi ugualmente, o aperti per due o tre giorni alla settimana, magari in paesini in cui il 70% degli utenti vive con la pensione, da incassare alle Poste, tanto è quasi sempre di molto inferiore ai fatidici 1000 euro…